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Abbasso il decanter, viva la caraffa In evidenza

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Ci ripensavo qualche giorno fa aprendo uno strepitoso, indimenticabile, Vigna Monticchio 1979 di Lungarotti

Tra gli strumenti del vino capaci infatti di esercitare un fascino dal sapore un po’ misterioso il decanter merita un posto speciale: esteticamente molto bello, a cena certamente scenografico, in pochi sanno a cosa serva di preciso e soprattutto quali siano le occasioni più adatte per tirarlo fuori dalla scatola e farne bella mostra sulla tavola da pranzo.

La letteratura classica della sommellerie sostiene che il decanter abbia 2 funzioni: da una parte servire in modo appropriato i vini più datati e in particolare quelli che presentano un certo numero di sedimenti all’interno della bottiglia, dall’altra ossigenare vini anche giovani al fine di migliorarne il profilo olfattivo. In teoria sulla prima funzione non ci sarebbe nulla da eccepire: i vini con il passare degli anni tendono a subire alcune trasformazioni di carattere fisico/chimico che portano alla formazione di sedimenti che proprio usando il decanter è possibile separare dal vino.

Si tratta tuttavia di pratica tanto utile quanto per certi versi pericolosa: con il passare del tempo, dei decenni, i vini diventano infatti più fragili; aprirli e immediatamente rovesciarli all’interno del decanter potrebbe provocare uno shock tale da modificarne l’equilibrio organolettico.

Anche sulla seconda non ci sarebbero particolari eccezioni, se non che in questo caso il decanter è solo una delle molte opzioni disponibili. Diversi vini, per le ragioni più varie, possono aver bisogno di diverso tempo dopo l’apertura per esprimersi al meglio. Alcuni hanno bisogno di qualche minuto, altri di qualche ora: in entrambi i casi è possibile accelerare questo processo scaraffandoli, facendo cioè prendere al vino una vigorosa boccata d’ossigeno e aumentandone la superficie a contatto con l’aria. In questo caso il decanter ha una funzione puramente estetica, una normalissima caraffa – ce ne sono comunque di bellissime, oltre a essere molto più facili da pulire – svolge lo stesso identico compito alla perfezione.

Il decanter è insomma tanto bello quanto non così utile come si può pensare. E no, quel Vigna Monticchio lo abbiamo gelosamente servito direttamente dalla bottiglia.

Abbasso il decanter, viva la caraffa
   
Pubblicato in Fast Good
Jacopo Cossater

Nato in Veneto, appena maggiorenne si trasferisce a Perugia per motivi di studio. È più o meno in quel periodo che si innamora del sangiovese, completa il percorso dell'Associazione Italiana Sommelier ed apre un blog, non necessariamente in quest'ordine. Dopo aver vissuto per troppo tempo a Milano e troppo poco a Stoccolma è tornato in Umbria, dove oggi lavora. Giornalista, collaboratore della guida "I Vini d'Italia" edita da l'Espresso, scrive anche su Enoiche illusioni e Intravino, due dei più popolari wine blog italiani.