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L'editoriale n.155

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“Da giovane a giovanile è un attimo” (Anonimo)

Piacere Magazine compie 20 anni. È difficile, difficilissimo cercare di raccontare le sensazioni racchiuse in vent’anni di un’avventura emozionante e, almeno agli inizi, imprevedibile. Un viaggio nella comunicazione e nell’editoria in un terreno che al tempo era totalmente sconosciuto alle nostre latitudini. 
Forse è stato anche grazie all’incoscienza di un gruppo di giovani motivatissimi e pieni di idee che Piacere Magazine è riuscito a spiccare il volo senza temere l’ignoto, senza lasciarsi irretire da chi sosteneva che un free press patinato in Umbria avrebbe avuto una prospettiva di vita di pochi mesi, di una manciata di uscite. Oggi quei mesi sono diventati 240 e le uscite 155: sono numeri che racchiudono tutto il senso di una sfida apparente- mente impossibile che ha permesso al nostro piccolo magazine di carta di tagliare un traguardo che sembrava inarrivabile.

Parlo di sfida perché sfidare le leggi del mercato pretendendo che nella nostra regione un magazine cartaceo incentrato su cultura pop e lifestyle potesse sostenersi con i soli introiti pubblicitari era una scommessa ai limiti del buonsenso; parlo di sfida perché decidere di raccontare l’Umbria smontando tutti i capisaldi della narrativa tradizionale (pace, verde, arte, santi e silenzi) in favore di una prospettiva che ne valorizzasse il profilo più sommerso, rock e colorato (giovani, arte contemporanea, moda, storie di successo, umbri nel mondo) sulla carta poteva sembrare un’eresia suicida.

Non so se la sfida sia stata vinta o meno, per quanto ci riguarda l’aspetto esaltante di questa avventura è stato quello di poterla vivere e giocarci, giorno per giorno, per vent’anni la partita. In fondo è questa la nostra vera vittoria. Un risultato per il quale dovrei e vorrei ringraziare tantissime persone.

Valentina, Chiara e Luca che sono stati i primi insieme a me a credere nel progetto, i nostri lettori, chi
ha deciso di collezionare la rivista, i nostri inserzionisti da sempre al nostro fianco, Claudia che nel tempo è diventata una colonna imprescindibile del magazine, la redazione, Valerio che è ormai uno dei volti di PM e chiunque ci abbia accompagnato in questo bellissimo percorso.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in una t-shirt con una scritta che mi ha fatto sorridere “da giovane a giovanile è un attimo”. Non so se la stessa cosa valga anche per PM. Non so nemmeno che cosa ci riserverà un futuro sempre più digitale e sempre meno analogico. So però che la nostra anima è nata giovane e lo resterà per sempre, oltre la carta e oltre gli eventi.

Buon compleanno Piacere Magazine.


 

L'editoriale n.155
   
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Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.

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