Torturatore di gatti: il “presidio” è stato rimosso da Facebook
Per questo sabato era previsto un bizzarro 'presidio' sotto l’abitazione
La vicenda del torturatore di gatti stava per prendere una piega preoccupante, e scriviamo questo pezzo nella speranza di far riflettere su quanto c’è di grottesco in certe azioni di gruppo, sebbene siano mosse da una buona causa.
Riassumendo velocemente: a San Sisto, in un fondo occupato abusivamente, un mese fa i Carabinieri hanno scoperto un 21enne che torturava gatti.
Tutto era partito dal ritrovamento di un gatto scuoiato appeso a un albero, e dalla denuncia del proprietario del fondo, che non riusciva più ad entrarci con le sue chiavi. Il giovane responsabile dell’occupazione, ma soprattutto delle sevizie ai gatti (aveva messo in piedi un vero garage degli orrori), è stato denunciato.
Tuttavia, su Facebook qualcuno aveva pensato di organizzare un evento pubblico: “Presidio sotto casa del torturatore di gatti”. Nell’evento era scritto tutto quello che, per ovvie ragioni di privacy e sicurezza, nei giornali e siti di notizie non era apparso: nome, cognome, indirizzo del responsabile. Il giovane in questione vive con i nonni.
Ora, immaginiamo per un momento questo gruppo di manifestanti che si raduna sotto la casa di questi due anziani, per sfogare la rabbia e pretendere non si sa bene cosa: che il responsabile scendesse in strada? Che si consegnasse alla folla?
I commenti all’evento non facevano sperare bene: anche se un conto è scrivere commenti crudeli, e un altro è fare ciò che si scrive, il linguaggio era quantomeno imbarazzante e faceva pensare a un linciaggio.
All’evento erano iscritte più di 150 persone, ed è lecito immaginare che non tutti, ma molti, si sarebbero davvero ritrovati sotto la casa in questione, nel migliore dei casi per mettere in scena un’inutile pagliacciata, nel peggiore per causare problemi di ordine pubblico, e il tutto per una vicenda in cui è già intervenuta la legge: i Carabinieri lo hanno trovato, la denuncia è stata fatta, la legge sta facendo il suo corso.
Pur condannando ora e sempre le sevizie agli animali e comprendendo la rabbia della gente, in questi casi sarebbe opportuno calmare i battiti, e rendersi conto che organizzare un presidio di massa per farsi giustizia da soli, spaventando due anziani che hanno in casa un giovane con evidenti problemi, non assomiglia neanche lontanamente a una forma di giustizia, ma soltanto a qualcosa di, appunto, animalesco.