Che bella la storia recente del Ciliegiolo di Narni In evidenza
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L’occasione per tornare a parlare di una delle varietà più interessanti e caratteristiche dell’Umbria la si deve a Leonardo Bussoletti, importante produttore di Narni.
Sua infatti l’idea devolvere parte del ricavato delle vendite del suo Ciliegiolo “05035” al restauro dei dipinti delle 33 grandi lunette presenti all’interno del chiostro del convento di Sant’Agostino.
Un legame, quello tra il Ciliegiolo e la città di Narni, che negli ultimi 10 anni è tornato a essere più stretto che mai grazie al lavoro di un pugno di realtà capaci di credere nella sua riscoperta. Se infatti si tratta di vino/vitigno che fa parte da secoli della viticoltura di alcune zone del Centro Italia è solo di recente che si sono accesi i riflettori sulle sue potenzialità, quando vinificato non in assemblaggio. Due le zone che più di altre possono essere identificate come i suoi distretti produttivi di riferimento: la Maremma toscana e appunto Narni, a sud-est di Terni.
Un rosso più attuale che mai, affascinante per fragranza e stupefacente per leggerezza, perfetto compagno della tavola e protagonista in un contesto di consumo che guarda con sempre maggior entusiasmo a vini di facile lettura, complessi senza risultare inutilmente complicati. Non solo però, proprio Leonardo Bussoletti è negli anni riuscito a dimostrare quanto anche il Ciliegiolo sia rosso in grado di evolvere con nobiltà, quando interpretato con il giusto approccio e la necessaria sensibilità. Oltre allo “05035” dalla sua cantina escono infatti anche il “Ràmici” e il “Brecciaro”, rossi capaci di colpire per spessore e per profondità gustativa. A lui si affiancano, tra i vari produttori che fanno parte della locale associazione, anche Fattoria Giro di Vento e Sandonna, realtà altrettanto interessanti, i cui prodotti si inseriscono perfettamente in questo contesto virtuoso.
Una simbiosi, quella tra il Ciliegiolo e Narni, che anche grazie all’iniziativa di Leonardo Bussoletti appare più stretta che mai. Una bella storia del vino in Umbria.
Un legame, quello tra il Ciliegiolo e la città di Narni, che negli ultimi 10 anni è tornato a essere più stretto che mai grazie al lavoro di un pugno di realtà capaci di credere nella sua riscoperta. Se infatti si tratta di vino/vitigno che fa parte da secoli della viticoltura di alcune zone del Centro Italia è solo di recente che si sono accesi i riflettori sulle sue potenzialità, quando vinificato non in assemblaggio. Due le zone che più di altre possono essere identificate come i suoi distretti produttivi di riferimento: la Maremma toscana e appunto Narni, a sud-est di Terni.
Un rosso più attuale che mai, affascinante per fragranza e stupefacente per leggerezza, perfetto compagno della tavola e protagonista in un contesto di consumo che guarda con sempre maggior entusiasmo a vini di facile lettura, complessi senza risultare inutilmente complicati. Non solo però, proprio Leonardo Bussoletti è negli anni riuscito a dimostrare quanto anche il Ciliegiolo sia rosso in grado di evolvere con nobiltà, quando interpretato con il giusto approccio e la necessaria sensibilità. Oltre allo “05035” dalla sua cantina escono infatti anche il “Ràmici” e il “Brecciaro”, rossi capaci di colpire per spessore e per profondità gustativa. A lui si affiancano, tra i vari produttori che fanno parte della locale associazione, anche Fattoria Giro di Vento e Sandonna, realtà altrettanto interessanti, i cui prodotti si inseriscono perfettamente in questo contesto virtuoso.
Una simbiosi, quella tra il Ciliegiolo e Narni, che anche grazie all’iniziativa di Leonardo Bussoletti appare più stretta che mai. Una bella storia del vino in Umbria.
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