Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio In evidenza
Quella che più ogni altra cosa volevo sottolineare è la storica mancanza, in città, di una certa ambizione. L'ambizione di fare le cose davvero per bene, riflettendo ancor più profondamente sulle materie prime regionali e sul loro utilizzo, sulla loro forma e la loro sostanza. L'ambizione di riportare al centro del ristorante il cliente grazie ad un luogo unico per accoglienza e per servizio, per scelta dei vini, delle birre, più in generale delle bevande. L'ambizione di creare una tavola di qualità a tutto tondo, capace di valorizzare la filiera produttiva in cui è inserita elevando così il grande sapere artigiano che il cucinare porta con sé. L'ambizione di alzare in modo deciso l'asticella perché, insomma, se quello della ristorazione fosse un campionato di calcio il Perugia militerebbe ben più in basso dell'attuale Serie B.
Un'altra cosa. Da alcuni giorni Marco Bistarelli ha lasciato la cucina de Il Postale, il bel ristorante del Castello di Monterone. Un peccato, e da queste pagine non si può che fare un grande in bocca al lupo a Luca Meoni che ne ha raccolto il testimone. La prima probabile conseguenza sarà, il prossimo autunno, la perdita dell'unica stella cittadina della guida Michelin, com'è d'uso in casi come questo. Al netto quindi di una manciata di locali che in questi anni hanno dimostrato non solo continuità ma anche crescita non posso che chiudere correggendo il tiro, almeno rispetto al mese scorso: a Perugia la ristorazione non vive di staticità, nel complesso sembra purtroppo regredire.