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Pizza, tutto il fermento che c’è In evidenza

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Mi sono improvvisamente accorto non solo che questa rubrica non si occupa di pizza da ormai troppi anni ma anche e soprattutto che dall’ultima volta sono cambiate moltissime cose.
Quelli che oggi sono forse gli indirizzi più interessanti della città, allora infatti non c’erano, non avevano ancora aperto. Dimostrazione di un settore, quello delle pizzerie, in straordinario fermento non solo a Perugia, capace di adattarsi con grande velocità a un’attenzione sempre crescente a progetti capaci di valorizzare impasti, lievitazioni, materie prime.

Prendiamo per esempio Meunier, a Ellera di Corciano. Sulla scia tracciata da Simone Padoan a San Bonifacio nel veronese, Pietro Marchi e soci hanno avuto il coraggio di proporre al pubblico cittadino un approccio senza compromessi: la proposta è quella della pizza gourmet servita anche a degustazione (una alla volta per assaggiarne il più possibile, scelta sempre consigliata), affiancata a una selezione di Champagne di grande ricerca e intelligenza. Impossibile sceglierne una tra le altre tale è l’ampiezza del menu tra pizze più classiche (sempre ottima la margherita con filetti di pomodoro biologico di San Salvo, fiordilatte di Agerola, basilico fresco, olio evo) e proposte più ricercate (lingua di vitellone, piccione, salmone norvegese, etc.). Bravi, bravissimi.

Quella de Il Filo d’Olio a Ponte Valleceppi ha invece un approccio più classico di chiara ispirazione napoletana interpretata guardando alla qualità. L’impasto compete infatti ad armi pari con alcune delle più celebrate pizzerie partenopee grazie a lievitazioni non eccessive e cotture millimetriche affiancate a una scelta delle materie prime di grande sensibilità (piccola e interessante la carta dei vini e delle birre artigianali). In città Menchetti risulta sempre approdo sicuro in attesa del rinnovo del locale (soprattutto dei forni). Lo stesso dicasi per Officine Bartolini in Via Settevalli e per Non Vedo l’Ora, a San Martino in Colle: un piccolo locale che si è fatto conoscere per i tanti premi e per la qualità dei suoi impasti. Locali che hanno aperto più o meno recentemente, pizzerie tutte di grande interesse.

 

Pizza, tutto il fermento che c’è
   
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Jacopo Cossater

Nato in Veneto, appena maggiorenne si trasferisce a Perugia per motivi di studio. È più o meno in quel periodo che si innamora del sangiovese, completa il percorso dell'Associazione Italiana Sommelier ed apre un blog, non necessariamente in quest'ordine. Dopo aver vissuto per troppo tempo a Milano e troppo poco a Stoccolma è tornato in Umbria, dove oggi lavora. Giornalista, collaboratore della guida "I Vini d'Italia" edita da l'Espresso, scrive anche su Enoiche illusioni e Intravino, due dei più popolari wine blog italiani.