La repubblica delle sagre In evidenza
Ci risiamo. Come ogni anno l’estate porta con sé un impressionante numero di manifestazioni di carattere gastronomico, decine e decine di appuntamenti nel solo circondario cittadino che spesso con le tradizioni hanno molto poco a che fare, ma che ormai sono parte integrante dell’immaginario estivo e che passano come cose, per certi versi, caratteristiche, che scandiscono con disarmante regolarità il trascorrere del tempo. Tutto questo, nonostante la qualità delle materie prime, nella stragrande maggioranza dei casi, sia qualcosa di totalmente effimero. Ho visto sagre estive dedicate a prodotti invernali, feste in cui veniva servita sola carne surgelata e manifestazioni dedicate a prodotti industriali. Senza dimenticare quelle che ancora oggi mi fanno più sorridere: quelle il cui ingrediente protagonista viene dal mare. Avete presente? Dall’Umbria e dai suoi suggestivi litorali. Ma non è questo il momento per disquisire del livello dei piatti proposti, anzi. Già un paio di volte, proprio su queste pagine, avevo sottolineato l’importante valore sociale di questo genere di appuntamenti. Quello che lascia come sempre un po’ perplessi sono almeno due fattori. Da una parte la quasi sempre scarsa attenzione nei confronti di ciò che il territorio circostante è in grado di offrire. Che si tratti (ovviamente) degli ingredienti usati in cucina o dei vini e delle birre in vendita è impensabile nel 2017 non ci siano esclusivamente quelli prodotti nelle immediate vicinanze. Dall’altra, lo scarso, se non nullo, coinvolgimento dei ristoratori della zona all’interno di queste manifestazioni. Sono loro i primi ambasciatori del gusto, loro i professionisti in grado di portare elementi di virtù all’interno di ogni sagra.
PS. Proprio in questi giorni questa piccola rubrica compie dieci anni. Senza tanti giri di parole, grazie.