L'editoriale n.141
La guerra sarà ancora lunga, niente illusioni. Ma… Le televisioni italiane ci hanno propinato grandi esperti geopolitici che spiegavano che le sanzioni non funzionano e le forniture di armi sono controproducenti. Oggi scopriamo che erano dei buffoni
Sarà un autunno rigido. Con lo spettro del caro-bollette a incombere su tutti: imprese, commercianti, famiglie. Ora, al di là dei consigli da bar che circolano sui social, mangiare la pasta cruda o fare la doccia fredda, non mi sembrano le soluzioni più astute.
Quel che è certo è che le nostre generazioni, di quarantenni, sessantenni e ventenni, una cosa del genere non l’hanno mai vissuta in vita loro. Prepariamoci a stringere i denti senza rinunciare ai consumi. Proviamo a trovare un equilibrio che non ci prosciughi e che al tempo stesso non incida sul tessuto commerciale dando vita a un circolo vizioso senza fine.
E proviamo a ragionare su idee creative: come l’azienda Noi di Città di Castello che per limitare i consumi sta organizzando dei turni all’alba quando le utenze costano meno. O come l’ipotesi di prolungare l’ora solare anche d’inverno per guadagnare un po’ di luce naturale.
Senza illuderci che una volta terminata la guerra (se e quando terminerà) i prezzi scenderanno. La sensazione è che a monte ci sia una speculazione per cui la guerra è soltanto sponda e pretesto.
Nel frattempo, è tempo di elezioni con un Parlamento dimezzato da una sciagurata iniziativa populista le cui uniche conseguenze sono meno rappresentanza per i territori ed eletti stabiliti per la stragrande maggioranza nelle segreterie dei partiti.
Staremo a vedere. Con un briciolo di speranza, visto che alla Sanità non ci sarà più Speranza.
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