Centrifuga Podcast, dalla fuga alla centrifuga dei cervelli
Un progetto made in Umbria
Un contenitore digitale per parlare di progetti fatti da persone che hanno trasformato un’idea in qualcosa di concreto per il loro territorio
Centrifuga Podcast è un progetto nato per far conoscere realtà interessanti del territorio, ma anche per ispirare e far mettere in gioco le persone all’ascolto. Gli ospiti sono sempre diversi, ma tutti hanno in comune il fatto di aver trasformato un’idea iniziale in qualcosa di tangibile. PM ha incontrato Elisabetta Brozzi, una delle due voci conduttrici del podcast, per analizzare a 360 gradi il progetto...
Come nasce Centrifuga Podcast?
Centrifuga Podcast nasce da un mio percorso personale, poiché io sono di Perugia ma ho vissuto due anni e mezzo fuori per studiare. Quando sono tornata sentivo la necessità di vivere la città in maniera diversa e quindi anche di andarla a scoprire. Ho cercato persone intraprendenti e ne ho trovate tantissime; più cercavo e più trovavo e mi sono riempita di stimoli. Ho iniziato a provare ammirazione per queste persone che erano riuscite a fare qualcosa di concreto per la propria città. Ho voluto raccontare queste storie, perché spesso le persone, soprattutto i giovani, si bloccano davanti alle paure anche se hanno grandi idee. Sentire queste storie è d’ispirazione, poiché ti fa capire che ci sono tanti modi per tirare fuori le proprie idee e la propria energia: dal percorso meno facile vengono fuori cose incredibili. Io sono partita dal concetto della fuga di cervelli e a me in primis hanno detto di aver fatto bene ad andare via dall’Italia; non è che ciò sia falso, però si parla sempre della gente che è andata via e mai di chi rimane. Ho trasformato la fuga in centrifuga di cervelli, cioè persone che si sono messe in moto ed hanno creato un loro percorso da sole, in modi spesso non convenzionali. Io sono stata fortunata, perché sono partita da un’idea, in seguito ho parlato con i ragazzi dello Spazio Modu, un gruppo fantastico che ha aperto questo spazio di Co-working, sale di registrazione ed eventi a Perugia e da lì è partito tutto. Una figura fondamentale è Andrea, il ragazzo che fa con me il podcast; è il primo che mi ha spinto a crederci e poi si occupa molto della parte organizzativa. Ci siamo resi conto che funzionava, poiché c’era tanta gente che meritava uno spazio per raccontare la propria storia.
Cosa ne pensi del mondo dei Podcast? Ce n'è qualcuno in particolare a cui ti ispiri?
Il podcast per me è una forma narrativa geniale; rispetto all’intervista, esso è una conversazione, un format più morbido. Io non dico mai le domande prima ai miei ospiti, poiché è una conversazione e io ne seguo molto il flusso, anche se ho in mente cosa andare a toccare. Il podcast è come registrare una chiacchierata tra amici, ma tramite esso si può lanciare un messaggio importante. In Italia ci sono tanti podcast di base comici, che io adoro, ma per me è quasi uno spreco usarlo solo per far ridere ed intrattenere; io con Centrifuga voglio portare sia divertimento che uno scopo.
Avete avuto ospiti diversi, ma qual è il filo che li unisce e quali caratteristiche ricercate in ognuno di loro?
Sono contenta che si percepisca la varietà degli ospiti: per me il filo conduttore è avere persone che sono partite da un’idea e l’hanno trasformata in qualcosa di concreto, in un modo non convenzionale. Sono tutte persone che sono uscite dalla zona di confort e hanno messo qualcosa di proprio. All’inizio le paure sono sempre le stesse e chi ascolta un po’ se le sente anche sue.
Come si sta evolvendo Centrifuga Podcast rispetto all'inizio?
Abbiamo aumentato la qualità, aggiungendo elementi tecnici e creativi, e c’è più lavoro dietro: non c’è solo l’episodio di quel giorno, ma tutta la parte di comunicazione, grafica e di post-produzione. Abbiamo fatto puntate live e vorremmo alternare un episodio registrato ad uno in diretta, quindi avremo un calendario più ferreo, ma il concept rimarrà lo stesso.
Quali sono i vostri sogni per il futuro di Centrifuga?
Ci sono degli ospiti che al momento sono irraggiungibili per via di notorietà e cachet. Spero però che loro vedano in Centrifuga uno spazio bello per raccontare la propria storia. Un altro sogno è creare una rete tra i vari progetti, ossia che parlando della propria idea si possano ampliare i propri contatti e che le persone all’ascolto si possano interessare. La cosa più bella è sapere che le persone conoscono realtà e storie tramite Centrifuga. Spero che il progetto cresca e che in futuro si possano fare eventi live, anche fuori regione. Gli eventi live regalano un’esperienza diversa alle persone, poiché viverlo in diretta è tutta un’altra cosa. Centrifuga non è vincolato all’Umbria: io sono affezionata a Perugia, perché per me è una città meravigliosa ed il fatto di portare una cosa nuova è bellissimo. Lo studio di registrazione rimane lo Spazio Modu, mentre per gli eventi live si potrebbe andare fuori. La base resta l’Umbria, ma le storie da raccontare sono ovunque.
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