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L'editoriale n.149

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Capisci che è arrivato il momento di fermarsi a riflettere quando la folla inferocita perché “non si mettono le persone alla gogna” sfoga la sua indignazione mettendo i responsabili alla gogna

Ci siamo lasciati nel segno delle stelle nel 2023 e riapriamo parlando di stelle questo 2024. Non soltanto quelle degli chef stellati a cui diamo risalto con un approfondito servizio (da pag. 54 a pag. 67), ma anche quelle di Borgobrufa, splendida strut- tura a cinque stelle che dà lustro al turismo umbro, o a quelle raccontate dal regista Andrea Soldani nel suo documentario “La Bussola – Il collezionista di stelle”.

Perché la verità è che, comunque la si guardi, l’Umbria ha davvero iniziato a splendere sotto tutti i punti di vista. Lo certificano i numeri record del turismo, quelli record dell’aeroporto e i numerosi attestati ricevuti da media e riviste del settore di mezzo mondo in chiave turistica. Questo a dimostrazione che vivere nella nostra regione significa abitare un patrimonio prezioso che aveva soltanto bisogno di essere valorizzato.

In era di intelligenza artificiale, la bellezza naturale ci salverà. Del resto, se usciamo dal mondo reale e ci addentriamo in quello virtuale (che per chi non l’avesse ancora capito sono di fatto la stessa cosa, se non altro perché gli effetti prodotti dal cosiddetto mondo virtuale impattano sulla vita reale e la cronaca di queste ultime settimane ce lo ha raccontato fin troppo bene) non possiamo sottrarci a qualche osservazione.

Oggi l’AI diventa controllabile solo se riusciamo a trasformare i rischi in opportunità, a cavalcarne il buono normando ciò che c’è di inquietante. Che poi dei punti oscuri continueranno ad annidarsi in ogni nuova forma di comunicazione. Ma questo lo sapevamo e lo avevamo previsto anche prima che iniziassero ad allungarsi lunghe e in- quietanti ombre sul mondo degli influencer.

Sui social d’ora in poi esisterà un mondo pre e post scandalo beneficienza di Chiara Ferragni. Un turning point che determina una svolta nel rapporto di fiducia fra utenti e influencer e che ribadisce quanto sia importante aspettarsi un approccio responsabile da chi pubblica sui social.

L'editoriale n.149
   
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Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.