Manuale di sopravvivenza per neomamme In evidenza
Quello che non sai, e che imparerai a tue spese, è che la lucidità, nella maggior parte dei casi, la partorirai insieme a tuo figlio, mentre in cambio avrai restituita una gran dose di stanchezza che appannerà per sempre il tuo cervello.
E se prima era tutto un: “Io non allatterò mai“, ora si chiamerà allattamento a richiesta. Con le tette al vento, sì, perché sennò quell’esserino piccolo e fragile che mi hanno dato in dotazione piange e io non voglio farlo piangere. E poi è la cosa più sana per lui, lo dicono, quindi fin quando posso, magari, una ciucciatina ancora, aspetta… un’altra, l’ultima, giuro che è l’ultima. Un altra, no, no, ma questa è l’ultima davvero.
Se prima si chiamava: “No vizi, regali solo alle ricorrenza, orari stabiliti e pugno della situazione sempre“, ora si chiama stanchezza cronica.
Se prima si chiamava: “Mai nel lettone con mamma e papà“, ora si chiama cosleeping. Prima, infatti, non sapevate nulla dei risvegli notturni, dell’insonnia, del sonno cane, del fatto che per dormire otto ore filate sarete disposte a tutto: anche ad avere ospiti nel vostro letto.
Se prima si chiamava: “Un cellulare in mano ad un bambino di tre anni? Non ci penso proprio“, ora si chiama purché mangi.
Se prima si chiamava: “Il figlio è tuo, i cocci pure“, ora si chiamano nonni. La coppia va preservata, no? Partire in due è sacrosanto. E poi i nonni sono così bravi, disponibili, attenti, amorevoli.
Se prima si chiamava maternità, ora si chiama sopravvivenza di una madre.