Sufficiente, il corto prodotto dalla perugina Giulia D’Amato vince ai Nastri d'Argento
Con la Palabras è uno dei produttori di questa piccola ma grande storia
Il suo capolavoro si chiama “Sufficiente”: un cortometraggio che Giulia D’Amato ha prodotto con la sua casa di produzione Palabras, e che è stato presentato al Festival di Venezia durante le Giornate degli Autori – Notti Veneziane nel 2019, e accolto con grande entusiasmo.
Quest’anno il corto prodotto da Giulia, insieme a Gianluca Arcopinto e Rosario Esposito La Rossa, ha vinto ai Nastri d’Argento 2020 il Premio Speciale dedicato ai temi sociali.
Quella che i registi Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco raccontano è una piccola storia, ma dal significato enorme: Gennaro, nome di fantasia, ma protagonista di una storia vera, è un quindicenne della periferia nord di Napoli che deve fare gli esami di licenza media. Quando si presenta, i professori lo accolgono con disprezzo e scetticismo: pensano di sapere esattamente chi hanno di fronte, e sono già pronti a giudicarlo come l’ennesimo ripetente. Gennaro invece presenta la sua tesina, che parte proprio dalla sua storia, segnata dalla morte del padre ucciso, fino ad arrivare a parlare del corpo umano e del Cristo Velato. I professori sono costretti al silenzio, fuori e dentro, e Gennaro terminerà chiedendo solo la “sufficienza”, perché “sufficienza è un bel voto. Significa abbastanza”.
Sono solo dieci minuti, ma lasciano dentro un peso enorme e che costringe a riflettere: Scampia è solo uno dei tantissimi quartieri in cui i ragazzi vengono abbandonati e giudicati per una vita che non hanno scelto loro. Invece è proprio nella scuola che si dovrebbe trovare un rifugio e una speranza per una vita migliore. Per Gaetano, vero nome del ragazzo, ottenere la sufficienza è solo l’inizio per avere finalmente un’occasione in più.
Giulia D’Amato, insieme al regista Vincenzo Marra e Gianluca Arcopinto, ha curato anche il corso di produzione cinematografica del laboratorio teatrale “Scugnizzeria”, fondato dalla regista Maddalena Stornaiuolo proprio a Scampia, la sua città, di cui ha voluto raccontare questa storia.
In soli dieci minuti si può insegnare tanto, e Giulia e tutto il team che ha creduto in questo progetto, ce lo hanno dimostrato.
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