Carmela Colaiacovo ci apre le porte dell’Hotel Priori Secret Garden In evidenza
Testo: Matteo Grandi
Brano: “Mon amour” - Stromae feat Camila Cabello
Tre donne per una struttura da sogno. Se fosse un film o un romanzo, il titolo della riapertura dell’Hotel Priori Secret Garden sarebbe questo. Le tre donne in questione sono Carmela Colaiacovo, imprenditrice e proprietaria dell’Hotel Ai Cappuccini di Gubbio, Maria Cristina De Angelis e Antonella Nocentini titolare di Kemon, azienda leader nei prodotti per capelli. Un inedito trio che si è unito per dare forma a una visione e renderla realtà. Una storia che inizia almeno un paio di anni fa ma che si materializza nell’estate del 2022 in una Perugia che sbuffa e riparte, fra aerei che atterrano e nuove rotte che decollano. Fra salite e discese che fanno da cornice a quel mix di architettura medievale è rinascimentale che sono il biglietto da visita di Perugia si schiude come per incanto uno spazio antico oggi completamente rinnovato.
Siamo in via dei Priori: è qua che, proprio alle spalle di Corso Vannucci, prende forma (o meglio riprende vita) un luogo magico che non era mai stato tanto valorizzato. Stiamo parlando dell’ex Hotel Priori oggi ribattezzato Hotel Priori Secret Garden luogo destinato a entrare molto presto nel cuore dei turisti e degli stessi perugini. Dopo un sapiente restyling che la ha trasformato in uno scrigno prezioso e accattivante oggi l’hotel si rivela in tutto il suo inaspettato splendore, mettendo subito in risalto la sua anima e la sua identità. Il tutto arricchito da un luogo destinato a diventare un vero punto di riferimento per Perugia, vale a dire il Rooftop nascosto fra i tetti a cui si accede direttamente dall’hotel. Un luogo tranquillo e ricco di charme perfetto per un aperitivo o un dopocena in un contesto unico.Abbiamo incontrato una delle artefici di questa realtà, Carmela Colaiacovo, per chiederle come e con quali ambizioni abbia preso forma questo interessante progetto.
Carmela, quando e come nasce l’idea del Priori Secret Garden?
Nasce un paio di anni fa. La struttura era già chiusa e a me piangeva il cuore, perché la conoscevo fin da quando frequentavo Perugia ai tempi dell’Università. Ricordavo quando ospitava gli attori delle compagnie teatrali che si esibivano al Morlacchi. Sapere che la città aveva perso questo spazio per me rappresentava un grande dispiacere. Ma sapevo anche che l’avevano messo in vendita. Così un giorno chiamai Cristina (De Angelis, ndr) e le dissi “perché non andiamo a dare un’occhiata”. Ma già sapevo che una volta entrate ce ne saremmo innamorate. E così è stato.
“Per il restyling abbiamo coinvolto Letizia Spigarelli, un’architetta perugina trapiantata a New York, che è stata straordinaria nell’interpretare la nostra visione e trasformarla in una realtà ancora più bella di come l’avessimo immaginata”
Il progetto ha preso subito forma?
In un certo senso sì. Abbiamo capito fin dal primo momento che la struttura aveva un potenziale enorme. Abbiamo così coinvolto un architetto anche lei donna, Letizia Spigarelli, perugina trapiantata a New York, che è stata straordinaria nell’interpretare la nostra visione e trasformarla in una realtà ancora più bella di come l’avessimo immaginata. Da questo punto di vista credo che il lavoro e la sensibilità di Letizia vadano sottolineate, perché ha saputo recepire i nostri input e dare quel tocco di unicità imprimendo un’identità dal sapore internazionale agli spazi dell’hotel.
Sapore internazionale ma essenza prevalentemente locale…
Diciamo che per noi il territorio è ciò attorno a cui ruota tutto il concept dell’hotel. Ci siamo così circondate di fornitori e artigiani locali e questo si è trasformato in un’esperienza nell’esperienza perché ci ha permesso di entrare in contatto con un piccolo mondo di imprese che fanno cose incredibili e che in gran parte non conoscevo. Ma mi piace pensare che anche attraverso il nostro hotel questi lavori e queste imprese possano essere in qualche modo valorizzate.
Qual è la filosofia che vi ha animato?
La nostra volontà è quella di portare il bello in questo contesto. La cura nel restyling, la scelta dei materiali, l’aver reso contemporanei gli spazi della struttura anche grazie al riuso e al recupero senza rinnegare il passato credo siano i tratti distintivi della nostra filosofia.
Arrivando dal mondo dell’hotellerie, che esprienza porterai in questa nuova avventura e quali differenze ci sono fra Gubbio e Perugia da questo punto di vista?
Cercherò naturalmente di dare il mio contributo, anche se possiamo affermare che dal punto di vista della ricettività si tratta di due realtà non paragonabili. Anche perché le due strutture, quella di Gubbio e quella di Perugia, sono profondamente diverse. Il Park Hotel ai Cappuccini è un resort che attira una clientela orientata verso il benessere, e che, al tempo stesso può ospitare meeting ed eventi. L’Hotel Priori ha una dimensione diversa, ed è un luogo che si cala nella vita della città in modo totale. La nostra speranza è che possa diventare presto un punto di riferimento sia per chi viene da fuori sia per chi a Perugia ci vive.
“La nostra speranza è che possa diventare presto un punto di riferimento sia per chi viene da fuori sia per chi a Perugia ci vive”
Probabilmente il Secret Garden, un rooftop che in città mancava, nasce anche con questo obiettivo...
Assolutamente sì. Il nostro Secret Garden è un cocktail bar sospeso fra i tetti del centro storico pensato per tutti, e non soltanto per gli ospiti dell’albergo. Cocktail, aperitivi e proposta food mirano a farne un luogo piacevole dove chiunque possa sentirsi accolto e a proprio agio. Ormai l’esperienza degli aperitif bar, ma anche dei ristoranti degli hotel, in Italia e nel mondo, va sempre più nella direzione di vivere non soltanto per la struttura che li ospita ma anche e soprattutto per la città nella città in cui si trovano, aprendosi al pubblico locale.
E a proposito di food… in autunno arriverà anche il bistrot…
Proprio così. Il prossimo step sarà l’apertura del bistrot. Anche in questo caso speriamo di portare qualcosa di nuovo in città puntando, in primis, sull’alta qualità. La scelta della chef, anche in questo caso una donna, va in questa direzione. Lei è Caludia Di Meo, una chef umbra che lavorava in un ristorante due stelle Michelin di Londra e che rientrerà in Italia dopo 15 anni passati in Inghilterra.
Insomma state facendo le cose in grande…
Stiamo facendo le cose con passione. E credo che questo si percepisca.
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