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L'editoriale n.119

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Che popolo straordinario gli italiani: i caffè con le macchinette dove gente disperata si gioca la casa alle 7 di mattino sì, ma Starbucks no

Il prossimo bimestre non sarà  un bimestre come gli altri: è scattato il conto alla rovescia verso la Festa della Rete, il festival del web più importante d'Italia che Piacere Magazine ha voluto a portare a Perugia, città già vocata e cornice ideale per i grandi eventi. Fra incontri e dibattiti, fra youtuber e influencer, fra rivelazioni della rete e blog di qualità sarà una tre giorni intensa e ricchissima di eventi. Fra questi l'appuntamento principe, la sera di sabato 10 novembre, sarà con i Macchianera Internet Awards, gli oscar del web italiano. Insomma, per Perugia, almeno questo è l'augurio, una preziosa occasione per essere protagonista in rete.

Anche perché fra spaccate, micro-criminalità di ritorno, marciapiedi a misura di sottiletta e mostruosità varie ultimamente da queste parti non c'è molto da ridere. Per questo l'augurio è che i temi della rete (su cui Comune e Regione stanno lavorando e investendo tantissimo) possano davvero salvarci. E pazienza se nel frattempo qualcuno spazientito dai cantieri ha sputato un po' di rabbia su Facebook. Meglio stare fermi in coda oggi che stare fermi sulla strada dell'innovazione domani.

E allora, sì, aspettiamolo il domani che lo ieri non è stato certo ricco di soddisfazioni. Un'estate scandita dal crollo del ponte di Genova, dalle ignobili posizioni della maggioranza sui vaccini, da un caos giudiziario-amministrativo che ha rischiato di mandare in crisi il sistema calcio dalla serie B in giù, da una legge europea sul copyright che non serve a nessuno se non a tutelare un paio di lobby (anche se qualcuno ha avuto l'ardire di sostenere che è stata fatta per il bene della libera informazione, quando forse avrà esattamente l'effetto contrario).

A proposito di calcio: alla fine non è stato ripescato nessuno. Ma forse, vista la china presa dal Paese, è davvero arrivato il momento di ripescare qualche cervello.

L'editoriale n.119
   
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Matteo Grandi

A due anni leggeva Proust, parlava perfettamente l'inglese, capiva il francese, citava il latino e sapeva calcolare a mente la radice quadrata di numeri a quattro cifre. Andava al cinema, seppur accompagnato dai genitori, suonava il pianoforte, viaggiava in aereo, scriveva poesie e aveva una fitta corrispondenza epistolare con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. A sei anni ha battuto la testa cadendo dagli sci. Del bambino prodigio che fu restano l'amore per il cinema, per la scrittura e per le feste natalizie. I segni del tracollo sono invece palesati da un'inutile laurea in legge, da un handicap sociale che lo porta a chiudersi in casa e annullare appuntamenti di qualsiasi genere ogni volta che gioca il Milan e da una serie di contraddizioni croniche la più evidente delle quali è quella di definirsi "di sinistra" sui temi sociali e "di destra" su quelli economici e finanziari. A trent'anni ha battuto di nuovo la testa e ha fondato Piacere. Gli piacerebbe essere considerato un edonista; ma il fatto che sia stata la sofferenza (nel senso di botta in testa) a generare il Piacere (nel senso di magazine) fa di lui un banalissimo masochista.