So long and thanks for all the fish!
Infelice l’esito del bilancio riguardante la fauna ittica umbra: anguilla, cavedano, rovella, scardola, tinca, trota ed altre specie autoctone risulterebbero infatti prossime all’estinzione secondo i dati del Piano regionale per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva. La causa è da ricercarsi nella spietata competizione biologica esercitata da specie trapiantante nei medesimi bacini lacustri e corsi d’acqua ormai diversi anni fa, che a poco a poco hanno finito per prendere il sopravvento sulla fauna autoctona con un valore di nocività che va dal “basso” del persico reale all’“elevato” del barbo del Danubio, del ghiozzo padano, del luccio europeo e del siluro.
La Regione Umbria, tuttavia, non intende stare a guardare con le mani in mano: nel suddetto Piano sono stati inseriti all’ordine del giorno diversi interventi di salvaguardia delle specie locali tra i quali spicca l’istituzione di zone speciali di protezione e tutela in cui saranno vietate le immissioni e dove la pesca, qualora ammessa, sarà soggetta a regole restrittive. Sarà inoltre favorito il ripopolamento delle specie autoctone maggiormente a rischio di estinzione, all’insegna di una biodiversità vantaggiosa tanto a livello locale quanto nelle zone limitrofe. Infine, si provvederà ad un monitoraggio ancor più attento delle specie ittiche non autoctone onde evitare un loro ulteriore esubero.