Pour Parler: il talk show davvero di tutti In evidenza
Un divano nel soggiorno di casa, una videocamera, degli ospiti e la voglia di parlare: questi gli ingredienti di un talk show dalla formula molto particolare. Le puntate sono tutte su Youtube, al canale Giacomo Innowhite, e il conduttore, autore e ideatore è un trentenne di Foligno, Giacomo Innocenzi.
Pour Parler è un talk show in casa. Come ti è venuta l’idea?
Tutto è partito da un bisogno di comunicazione che avvertivo sempre più forte. Ormai siamo abituati a comunicare via social, le persone non si parlano più. Il concetto stesso di talk show, poi, è stato rovinato dalla televisione. Così ho pensato di aprirmi un canale Youtube, dove mostrare a tutti la mia idea di talk show. Ed è nato Pour Parler.
Come si costruisce un talk show, partendo da zero?
Prima di tutto, serve un bel divano comodo, che dia l’idea dell’accoglienza. Nei primi tempi, ovvero parliamo di novembre 2010, utilizzavo una fotocamera e luci “domestiche”, ma poi col tempo ho acquistato del materiale più professionale, microfoni, più luci, più attenzione ai dettagli, alle inquadrature. Uno studio televisivo domestico, e un “canale”, Youtube che mi ha dato belle soddisfazioni: siamo a 187 puntate e 70000 visualizzazioni.
Ci sono delle regole particolari, nel tuo Pour Parler?
Prima di tutto, un concetto legato al quadro che si vede sempre sullo sfondo: un uomo e una donna sulle strisce pedonali, a simboleggiare il passaggio, l’unicità dell’esperienza in Pour Parler. Ogni ospite passa di qui una volta sola.
La ripresa è in diretta, e gli ospiti non devono sapere nulla delle domande, che sono a carattere esistenziale, ma mai difficili, né su cose private.
Che tipo di ospiti hai avuto? E come prendevano l’idea di essere in un talk show a casa tua?
Ospiti di tutti i tipi: amici, amiche, amici di amici, parenti, personaggi noti a Foligno, ma anche qualche vip: ho intervistato Rocco Siffredi, DJ Ralf e DJ Ricky Morrison.
All’inizio sembrava a tutti abbastanza strano, ma io cercavo di metterli a loro agio, di farli sentire al centro.
Come è evoluto nel tempo Pour Parler?
Diciamo che si è diramato e diversificato: ora c’è un Pour Parler Stories, dedicato a storie particolari; Pour ParlAir, girato all’aperto; Pour Parler Mobile, con riprese rigorosamente da smartphone; Pour Parler Sfida, con un confronto tra due ospiti (ma bonario, non come le arene televisive); infine, Pour Parler Eyes, dove riprendo solo gli occhi dell’ospite, che rimane anonimo, e questo mi permette di fargli domande diverse dal solito.
A te e ai tuoi ospiti, cosa può dare questo talk show?
Agli ospiti regala attenzione vera: si parla davvero, li ascolto davvero, e ogni persona è un personaggio. Per me sono tutti vip, indipendentemente dalla loro fama.
Per quanto mi riguarda, invece, Pour Parler mi ricompensa ogni volta con una moneta che non è presa molto in considerazione, e ai miei ospiti lo ricordo sempre: venendo nel mio show ognuno di loro mi regala, emotivamente parlando, un assegno circolare.
(il canale Youtube di Pour Parler: www.youtube.com/thepourparler)