testo Rebecca Pecori

Un abito cucito su misura. Così Giorgia Bazzanti descrive il suo nuovo album Non eri prevista frutto di preziose collaborazioni, tra tutte quella con Guido Guglielmetti, storico bassista e produttore di Francesco De Gregori. Umbra doc, classe 1987, Giorgia ha iniziato a cantare ancor prima che a camminare, ma solo in questo progetto crede di essere riuscita a esprimere tutta se stessa. «Nonostante mi sia sempre dedicata alla musica, con questo album ho finalmente raggiunto la piena maturità artistica» racconta. «Dopo anni di lavoro duro sono riuscita a creare un prodotto in cui sento di aver messo tutta me stessa sia come interprete che come autrice».

Nel nuovo disco sono, ben cinque i brani usciti direttamente dalla penna di Giorgia, storie di libertà, coraggio e decisioni importanti. Nelle dieci canzoni di Non eri prevista, storie vere si intrecciano a racconti di fantasia, scritti assecondando momenti di lucida creatività.
Un album che è anche un percorso di consapevolezza nel quale Giorgia è riuscita a definire in modo più nitido l’artista che è oggi. «In questo mi ha aiutato molto raccontare storie diverse tra loro e spesso lontane dalla mia», aggiunge. Scene di vita legate a doppio filo da un concetto nuovo di femminilità, depurato dai pregiudizi e descritto attraverso l’incessante ricerca della propria identità. In questo senso l’album è anche un inno al viaggio, al contempo mezzo per ampliare i propri orizzonti e fine per arrivare a conoscere se stessi.





Sia autrice che interprete, la Bazzanti ci regala un’opera matura, consapevole ed emozionante


In ogni canzone Giorgia racconta un pezzo della sua storia. Le sue origini umbre in Famme giocà danno vita a una ballata che in dialetto marscianese racconta i desideri di una donna che ama divertirsi e non ha paura di mostrarlo. «È un brano molto particolare che intende abbattere uno dei grandi tabù legati alla femminilità».
Con Non eri prevista, invece, racconta la storia di un amore travolgente nato all’improvviso tra due donne. «Con questo disco per la prima volta mi sono sentita libera di esprimere tutta me stessa e suggerire un’idea di femminilità diversa».

Giorgia ha ritrovato un po’ di sé in ogni brano ma tra tutti sente particolarmente vicino Lucida. «Forse perché è l’ultimo che ho scritto, o forse perché racconta di una rinascita e di una ritrovata consapevolezza».

Racconti di storie impreviste e forti emozioni racchiusi in un album che rappresenta un traguardo ricco di soddisfazioni. Una meta che presto diventerà nuovo punto di partenza verso obiettivi futuri. A un mese dall’uscita del disco, Giorgia non vuole ancora pensare a ciò che sarà, ma preferisce godersi il momento. Alla domanda sui progetti in cantiere risponde: «Il mio piano per il futuro è assaporare il presente».