Lo Zen e il Tiro della Batteria
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Guida non convenzionale all'arte dei suoni. Un viaggio nell'esperienza della musica
UN LIBRO DI ALBERTO ARGIRÒ, INSEGNANTE E MUSICISTA
“La musica è un esercizio di comunione, uno strumento di condivisione; il musicista ha il compito di assumere un particolare atteggiamento etico e filosofico, di apertura e di comunicazione”. La pensa così Alberto Argirò, musicista e insegnante che, dopo circa 40 anni passati a studiare e a fare musica, ha elaborato una serie di idee e convinzioni che ha sentito poi l’esigenza di mettere nero su bianco, condividendole con chi leggerà il suo libro “Lo zen e il tiro della batteria. Un viaggio nell’esperienza della musica”, uscito lo scorso 15 giugno.
Una sorta di guida musicale non convenzionale, è questo che hai voluto creare Alberto?
Sì direi di sì, una guida che ha lo scopo di condividere le mie esperienze e quanto ho imparato da esse. Tuttavia il mio libro non è un manuale perché non affronta l’approccio alla musica - e alla batteria in particolare - in maniera meramente tecnica e meccanica, ma vuole dare una visione generale, trattando diversi aspetti che vanno dalla postura alla cultura fino all’importanza del rapporto con l’ascoltatore.
Si tratta di una lettura adatta solo a batteristi e musicisti?
No, non solo: proprio per il fatto di non essere una guida tecnica è pensato e scritto per essere accessibile, e anche potenzialmente utile e piacevole, per tutti, anche per i non addetti ai lavori. Può essere ad esempio molto d’aiuto a chi vuole avvicinarsi al mondo della musica, ma può anche più semplicemente facilitare l’ascolto e renderlo più qualificato e consapevole.
Nel tuo scritto fai anche una sorta di appello ai musicisti di oggi…
Sì perché mi accorgo che molti musicisti si comportano come dei meri esecutori: un atteggiamento che considero terribilmente anacronistico. Nel mondo della musica infatti da un punto di vista oggettivo ritengo che sia stato detto tutto ormai, non credo che ci sia molto altro da scoprire o inventare per quanto riguarda la tecnica. Tuttavia non per questo la musica ha esaurito la sua funzione, né mai cesserà di essere utile, proprio perché si tratta di un’arte. E allora ecco che diventa fondamentale che chi fa musica lo faccia per comunicare qualcosa, mettendosi in gioco in prima persona. Bisogna prendersi la responsabilità del proprio gesto artistico e quindi, partendo dallo studio e dalla tecnica, rielaborare ogni esecuzione anche attraverso il proprio DNA e le proprie esperienze e conoscenze.
Il libro è disponibile online e nelle principali librerie dell’Umbria. Tra i vari eventi di presentazione in programma, il 7 agosto, nell’ambito della rassegna “Experimenta” a San Giustino, alle ore 18,30, il giornalista Valerio Corzani incontrerà l’autore.
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Per info:
www.albertoargiro.com
FB: albertoargiromusic
“La musica è un esercizio di comunione, uno strumento di condivisione; il musicista ha il compito di assumere un particolare atteggiamento etico e filosofico, di apertura e di comunicazione”. La pensa così Alberto Argirò, musicista e insegnante che, dopo circa 40 anni passati a studiare e a fare musica, ha elaborato una serie di idee e convinzioni che ha sentito poi l’esigenza di mettere nero su bianco, condividendole con chi leggerà il suo libro “Lo zen e il tiro della batteria. Un viaggio nell’esperienza della musica”, uscito lo scorso 15 giugno.
Una sorta di guida musicale non convenzionale, è questo che hai voluto creare Alberto?
Sì direi di sì, una guida che ha lo scopo di condividere le mie esperienze e quanto ho imparato da esse. Tuttavia il mio libro non è un manuale perché non affronta l’approccio alla musica - e alla batteria in particolare - in maniera meramente tecnica e meccanica, ma vuole dare una visione generale, trattando diversi aspetti che vanno dalla postura alla cultura fino all’importanza del rapporto con l’ascoltatore.
Si tratta di una lettura adatta solo a batteristi e musicisti?
No, non solo: proprio per il fatto di non essere una guida tecnica è pensato e scritto per essere accessibile, e anche potenzialmente utile e piacevole, per tutti, anche per i non addetti ai lavori. Può essere ad esempio molto d’aiuto a chi vuole avvicinarsi al mondo della musica, ma può anche più semplicemente facilitare l’ascolto e renderlo più qualificato e consapevole.
Nel tuo scritto fai anche una sorta di appello ai musicisti di oggi…
Sì perché mi accorgo che molti musicisti si comportano come dei meri esecutori: un atteggiamento che considero terribilmente anacronistico. Nel mondo della musica infatti da un punto di vista oggettivo ritengo che sia stato detto tutto ormai, non credo che ci sia molto altro da scoprire o inventare per quanto riguarda la tecnica. Tuttavia non per questo la musica ha esaurito la sua funzione, né mai cesserà di essere utile, proprio perché si tratta di un’arte. E allora ecco che diventa fondamentale che chi fa musica lo faccia per comunicare qualcosa, mettendosi in gioco in prima persona. Bisogna prendersi la responsabilità del proprio gesto artistico e quindi, partendo dallo studio e dalla tecnica, rielaborare ogni esecuzione anche attraverso il proprio DNA e le proprie esperienze e conoscenze.
Il libro è disponibile online e nelle principali librerie dell’Umbria. Tra i vari eventi di presentazione in programma, il 7 agosto, nell’ambito della rassegna “Experimenta” a San Giustino, alle ore 18,30, il giornalista Valerio Corzani incontrerà l’autore.
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- Gallery Author: Redazione PM
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