Pourl Parler... e non solo
Isabella Zaffarami intervista Giacomo Innocenzi
Si chiama “Pour Parler, il talk-show di tutti” e quando, circa 8 anni fa, Giacomo Innocenzi, in arte Giacomo Innowhite, ha iniziato a pubblicare le prime registrazioni, non poteva aspettarsi che sarebbe arrivato a tanto: ha superato le 440 puntate, 540 sono le persone intervistate, oltre 226mila le visualizzazioni, 650 gli iscritti al canale Youtube – Giacomo InnoWhite - e ben 6 gli anni nei quali non ha mai saltato la pubblicazione di una nuova puntata a settimana. Probabilmente quando ha cominciato Giacomo non poteva neanche immaginare che la scelta del nome fosse così azzeccata, perché Pour Parler è diventato davvero il talk-show di tutti e infatti in questi anni ha accolto tanti ospiti diversi: da personaggi famosi come Vittorio Sgarbi, Carlo Verdone, Bobby Solo, Mogol, Albano, Carmen Consoli, Kerri Chandler, Irene Grandi, Renzo Arbore, a persone meno conosciute, ma che hanno comunque molte cose interessanti da raccontare. Da qualche mese è arrivato anche il sito internet www. thepourparler.com mentre il format è più o meno lo stesso degli inizi: gran parte delle chiacchierate si svolge sul divano di casa Innocenzi e le domande sono prevalentemente di tipo esistenziale. Insomma Giacomo Innocenzi con il suo talk-show è diventato un vero fenomeno che negli anni è stato raccontato su importanti giornali e riviste e anche in alcune trasmissioni dei principali canali Tv. A maggio 2017 è anche uscito un libro sulla sua vita, “Tutto è possibile a chi crede” di Arianna Ciancaleoni. Un libro che racconta di una sfida vinta due volte, perché quello che ancora non abbiamo detto è che Giacomo è malato di sclerosi multipla.
Giacomo, quando hai iniziato ti aspettavi questo successo? E cosa rappresenta questo talk-show per te?
No non me lo aspettavo e devo dire che ho davvero avuto dei risultati sorprendenti sia in termini di numeri che per i tanti nomi importanti che posso menzionare tra gli intervistati. Ma più di tutto, per me Pour Parler è un modo per curare la sclerosi multipla perché è qualcosa che mi fa stare bene. Già da bambino e poi anche da ragazzo ero molto affascinato dai documentari sulla natura e sugli animali: la malattia non mi permette tuttavia di dedicarmi a questo tipo di approfondimenti, ma vedo il mio talk-show come una sorta di documentario sugli uomini e sull’umanità.
Qual è l’intervista più complessa che hai fatto in questi anni?
Direi quella a Dj Ralf: la più lunga che abbia mai realizzato, è durata ben 45 minuti, quindi sicuramente è stata molto impegnativa.
Il talk-show è arrivato all’ottavo anno di successo e per il suo autore è innanzitutto un modo per “curare la sclerosi multipla”
E la più divertente?
Quella a Rocco Siffredi, 5 anni fa. Particolare è stato soprattutto il finale, quando nel salutarlo gli ho detto: “Grazie per essere venuto” e lui: “Con un uomo non mi era mai capitato”.
Quella di cui vai più fiero?
A Manuel Campus, pittore e scultore di Spoleto. Tra le tante cose interessanti che sono emerse, mi ha colpito in particolare la risposta alla mia domanda: “Nella vita chi è artista?”. “Nella vita - ha detto - l’artista è colui che eccelle in ciò che fa”.
In generale quali sono le puntate alle quali tieni di più?
Certamente la numero 400, dedicata a Matteo Barilli, un ragazzo non vedente di Foligno, e la 300 in cui ho intervistato Roberto Romagnoli e Fabiana Piscopo, una coppia di fidanzati che affrontano la vita con un importante limite ovvero quello della sordità. E senza dubbio la puntata 100 è per me molto importante perché è quella in cui ho intervistato mio padre e mia madre che sono per me punti di riferimento fondamentali.
Ci sveli qualche importante nuova intervista in arrivo?
Nelle prossime settimane usciranno le interviste a Christian Vieri, Simone Cristicchi e Anggun.
Che sogni hai per il futuro?
Mi piacerebbe lavorare in TV, magari portando sul piccolo schermo qualcosa di simile a quello che faccio già per il web: questo è ciò che mi fa stare bene e quindi è questo ciò che desidero.
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