Leonardo Passeri, tra avanguardia e introspezione
Assisi – la sua città di origine – e Londra – dove ha studiato e operato a lungo - sono i luoghi dai quali ha tratto gran parte della sua ispirazione e nei quali ha consolidato e accresciuto la sua passione per tutto ciò che è arte. Leonardo Passeri, classe 1982, fin da ragazzino ha messo la creatività al centro della sua vita: ha frequentato prima il liceo artistico e poi la Central Saint Martins School of Art dove ha avuto modo di approfondire in particolare l’arte di avanguardia. Dalla madre, l’artista ha ereditato inoltre la passione per la moda che lo ha spinto a realizzare anche delle interessanti linee di capispalla.
Leonardo, come ti sei avvicinato all’arte?
Ho scoperto il legame con l’arte attraverso piccoli ed importanti approcci che mi hanno portato a riflettere e ad incuriosirmi. Ma ciò che mi ha convinto, verso i 16 anni, ad incoraggiare questo interesse, decidendo di assumerlo come stile di vita, è stata l’immagine infinita, disumanizzata ed iconografica di Marilyn Monroe che Andy Warhol creò di lei. Potrebbe sembrare scontata come scelta, ma per me di fatto fu più un incontro e determinò la mia volontà di proseguire su questa strada.
Ci sono degli artisti, delle opere o dei movimenti in particolare ai quali ti ispiri?
Mi trovo a trarre ispirazione dalle emozioni che provo, entrando in connessione con ciò che osservo e scruto. Mi attraggono l’interpretazione del tempo e la conoscenza e la ricerca delle varie connessioni tra opera ed artista. Un periodo al quale presto particolare attenzione è quello della Beat Generation. Abitare a Londra di certo ha rafforzato questo interesse, dandomi l’opportunità di entrare ancora più in contatto con la parte storica del movimento Beat. Rimango estasiato e ispirato dalla bellezza di quel tempo: musica, testi, arte completa. Potrei paragonare questa ammirazione ad una connessione tra energie, la mia e quella dei grandi. Warhol, Basquiat, i Pink Floyd, Allen Ginsberg e altri. Sono anche particolarmente in sintonia con quelle che sono linee e direttive artistiche e intellettuali del gruppo del Tecno-Medioevo concepito e creato dal professor Marcello Pecchioli al quale sono grato.
L’ARTE DI LEONARDO PASSERI
Interessato e profondamente ispirato da quell’atmosfera culturale ed estetica così tipica della filosofia britannica, del cyber-goth, del revival e dell’estrema avanguardia, Leonardo Passeri ha deciso di abbracciare appieno questo pensiero, facendolo proprio e trasmettendolo nelle sue creazioni. L’approccio alla realtà interiore è diventato una vera e propria introspezione, con domande, ricerche e considerazioni mosse dal bisogno di espressione. I suoi primi lavori hanno visto la sperimentazione di supporti pittorici e tecniche di pittura: così hanno preso vita opere perfettamente curate e studiate, dagli intensi paesaggi astratti dai colori squillanti ed ipnotici a forme fluide, quasi molecolari nella loro fusione sulla tavola, atte ad indicare un mondo primordiale. Gli ultimi progetti pittorici e scultorei, ancora in espansione, si concentrano su visioni dal futuro, caratterizzato da scenari post-apocalittici, creature aliene, antropomorfe, androgine e forme simboliche, il tutto calato in dimensioni indefinite, terrene e spaziali. Alessandra Totta
Ti dedichi solo alla pittura? E che tipo di tecniche usi?
La fascinazione per la pittura dura tuttora, ma la ricerca e la curiosità mi spingono ad abbracciare l’arte tutta, quindi sperimento varie tecniche, nuovi materiali, forme e texture. Non a caso nel mio laboratorio si trovano pennelli, attrezzi da carpenteria, spugne, merletti, legno, ferro, plastica. Dal primo grande evento londinese, “Techno-Medioevo - Age of Future Reloaded”, al “The Museum of the Order of St John”, è inoltre aumentata la voglia di cimentarmi in un tipo di scultura, rudimentale e simbolica, che trae le sue fondamenta da una rigorosa analisi della scienza e della fisica. Questo risponde anche alla mia iniziale vocazione grafica, che determina chiarezza e definizione di forme secondo uno schema ben preciso.
“L’impegno di mia madre nel portare avanti un’azienda e la sua professionalità sono tuttora uno stimolo importante per me, traggo ispirazione dalla sua caparbietà”
E l’idea delle collezioni moda come è nata?
Posso dire di essere cresciuto tra i rumori dei pedali delle macchine da cucire. Ho vissuto la creazione di capi bellissimi e di alta qualità, scoprendo e imparando ogni singolo passaggio: è un mondo artigianale affascinante e vicino al progresso tecnologico. L’origine di tutto ciò risiede in mia madre, il suo laboratorio è stato la scenografia della mia infanzia, della mia vita. L’impegno di mia madre nel portare avanti un’azienda e la sua professionalità sono tuttora uno stimolo importante per me, traggo ispirazione dalla sua caparbietà. Quando ero uno studente della Saint Martins School of Art di Londra - incredibile laboratorio alchemico dal quale ho attinto a piene mani - ho concentrato i miei studi sull’arte e sul design e ho quindi ampliato i campi da esplorare. Ero talmente carico di idee che tornare nel laboratorio di famiglia mi ha dato lo stimolo per creare la mia collezione di capispalla. La ricerca dei materiali, dei tessuti e la creazione dei modelli sono state tutte sfide impegnative e meravigliose.
Adora sperimentare: tra gli strumenti che utilizza ci sono attrezzi da carpenteria, spugne, merletti, legno, ferro, plastica
Ci racconti degli ultimi, importanti, riconoscimenti e traguardi raggiunti?
La mia determinazione nel voler vivere di bellezza e arte e l’impegno costante che ne consegue, mi hanno permesso di esprimermi in un contesto internazionale che ha comportato la mia presenza alla mostra “Techno-Medioevo” al “The Museum of the Order of St John” di Londra nella primavera del 2018. Devo dire che forte è stata la mia emozione nel costatare la presenza nello stesso spazio espositivo del meraviglioso dipinto “I bari” del Caravaggio. In quell’occasione ho potuto lavorare con grandi professionisti e sono grato per questo alla fondazione “The Sir Denis Mahon Charitable Trust” che ha organizzato e sostenuto l’evento. Conseguentemente è nata la possibilità di un’altra mostra alla “Guildhall Art Gallery”, “Vision and Visionaries”, sempre a cura della citata fondazione in collaborazione con l’associazione “Age of Future di Bologna”. Questa seconda esposizione – iniziata a dicembre scorso e che andrà avanti fino alla fine di aprile - concentra l’attenzione su molteplici visioni e visionari della vita, attraverso opere di Constable, Blake, Latham, Burne-Jones e artisti del gruppo del Tecno-Medioevo, tra le quali le mie.
Intendi quindi continuare a vivere per l’arte?
Assolutamente sì, non posso fare diversamente che vivere per l’arte e prodigarmi perché questa sia sempre di più condivisa, compresa e apprezzata. Credo profondamente nella grande possibilità comunicativa e nell’effetto dirompente, dissacrante, che essa comporta.
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Per info:
www.leonardopasseri.com
FB: leonardo.passeri.artist - IG: passeri_leonardo
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