L’arte incontra la tecnologia nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del Perugino
Le celebrazioni dei 500 anni dalla morte del Perugino e del Signorelli
L’iniziativa rientra nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del Perugino e del Signorelli, celebrazioni delle quali la città di Todi è promotrice insieme a Città della Pieve, Cortona e Orvieto. L’autore dell'Incoronazione della Vergine, Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, è infatti ritenuto uno dei migliori allievi di Pietro Vannucci, noto come il Perugino. L’iniziativa tuderte si inserisce dunque nel programma delle iniziative culturali umbre con un focus sulla scuola del Perugino a Todi, che si sta per concretizzare con una particolare mostra proprio a partire dalla Pala dello Spagna che campeggia nella Pinacoteca Civica. "E' un'idea sulla quale lavoravamo da tempo - commenta il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano - e che ha avuto ulteriore conforto dalla visita ad inizio anno del sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, il quale ha invitato l'amministrazione comunale a valutare un riallestimento della Pinacoteca nel quale l'opera dello Spagna, del quale il critico d'arte è un grande estimatore, costituisca l'attrattore assoluto". Seppure realizzato nel contesto delle celebrazioni, l'allestimento relativo alla pala dello Spagna avrà carattere permanente, così da arricchire stabilmente la proposta museale della città di Todi.
L’Incoronazione della Vergine: la storia dell’opera
Il 12 settembre del 1507 il procuratore dei frati del convento di Montesanto di Todi, Ettore de Rossi, commissiona l’esecuzione di una “tabulam seu conam” per l’altare maggiore della chiesa al maestro Giovanni di Pietro per il prezzo di duecento scudi. L’artista promette di compierla, pagando l’oro e i colori, a somiglianza della tavola dipinta nella chiesa di San Girolamo di Narni da Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio. La cornice che completa la macchina d'altare è una copia ottocentesca realizzata dal pittore tuderte Eliseo Fattorini. Terminato il dipinto, lo Spagna lo consegnò ai frati che lo posero ad ornamento dell’altare maggiore della loro chiesa conventuale. A seguito delle requisizioni napoleoniche nel 1811, dopo 300 anni esatti dalla sua esecuzione, la tavola venne prelevata dalla sua sede e portata a Perugia, per essere destinata al Museo Napoleone di Parigi (attuale Louvre). Tuttavia le notevoli dimensioni ed il relativo peso distolsero parzialmente i francesi dal loro progetto: fu solo la predella a raggiungere Parigi, dove è tutt'oggi conservata, mentre i pilastrini con le relative immagini finirono nel mercato antiquario considerate opera del Perugino. La pala tornò a Todi e ricollocata sull’altare di Montesanto fino al 1872 quando con la soppressione della corporazione religiosa fu portata nei palazzi Comunali ed esposta presso il Museo Civico dove ricopre il ruolo di opera più importante dell'intera collezione.
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