Canto Libero, a Spoleto l'omaggio a Battisti
Non un semplice concerto ma un grande spettacolo che omaggia il periodo d’oro della storica accoppiata Mogol – Battisti. Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati e già rodati nel corso di lunghe carriere, che portano avanti questo comune progetto con grande determinazione, dopo aver riempito piazze e teatri di tutta Italia, nonché della Slovenia, della Croazia e del Montenegro. Uno spettacolo con alle spalle già due tour teatrali: il primo partito nel dicembre 2016 e concluso nell’aprile 2017 dopo 15 date e 8.000 spettatori in teatri di prestigio come il Del Monaco di Treviso, il Ristori di Verona, l’Archivolto di Genova, il Duse di Bologna; il secondo partito in ottobre 2017 e terminato in aprile 2018 dopo 24 date e 15.000 spettatori presenti passando storici e di primo piano come il Teatro Filarmonico di Verona, il Teatro Toniolo di Mestre, il Teatro Celebrazioni di Bologna, il Teatro Nuovo di Ferrara, il Politeama Genovese di Genova, il Teatro Goldoni di Livorno e tanti altri. Nell’estate 2017 inoltre è uscito l’album della band composto da brani registrati live in studio (all’Urban Recording Studio della Casa della Musica di Trieste) e nei teatri italiani che avrà un seguito già programmato per i prossimi mesi.
Con la produzione della Good Vibrations Entertainment, "Canto Libero" nasce da un’idea di Fabio “Red” Rosso, già lead vocalist di varie band, e la direzione di Giovanni Vianelli. La band propone una performance che, superando la semplice esecuzione di cover dei brani dei classici di repertorio, rilegge gli originali mantenendo una certa aderenza e cercando di non risultare mera copia, mettendoci la propria personalità e sensibilità musicale e facendo emergere anche tutta l’anima blues e rock che Battisti aveva.
Spiega il frontman della band: "Dopo aver studiato molto la sua musica, Battisti mi ha sorpreso ancor di più. Secondo me, è stato il più grande artista che abbia mai attraversato il panorama musicale italiano, per quantità e qualità di brani. E poi, io amo anche la sua voce. Quando sono sul palco, ho grande rispetto per quel che faccio, intendo nei suoi confronti, e spero sempre di farlo al meglio. Di certo ci metto tutto me stesso. E spero di trasmetterlo al pubblico. Non si trattava di fare delle belle cover di pezzi che amavamo. È uno spettacolo studiato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso, arrangiamenti curatissimi, dinamiche e scenografie, videoproiezioni. Insomma, ci abbiamo messo il cuore".
Aggiunge Alessandro Sala (che è bassista anche della band metal di successo Rhapsody of Fire): "Lo studio delle linee di basso è stato minuzioso: per volere di Vianelli, il mio è lo strumento che deve ricalcare il più possibile l’originale. Ora, quando le persone mi fermano e mi fanno i complimenti per come suono, io dico loro che non me ne prendo il merito: le linee sono quelle scelte da Battisti al 98%. Suonare le canzoni di Battisti nel periodo Mogol è difficile per un motivo non riscontrabile altrove: le parole sono talmente potenti e preponderanti che ti “distraggono” dalla musica".
Giovanni Vianelli spiega: "Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! (...) Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. (...) Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone".
Sul palco la voce di Fabio “Red” Rosso, il pianoforte e la direzione musicale di Giovanni Vianelli, le chitarre di Emanuele “Graffo” Grafitti e Luigi Di Campo, Alessandro Sala al basso e alla programmazione computer, la batteria di Jimmy Bolco, le percussioni e la batteria di Marco Vattovani, Luca Piccolo alle tastiere, le splendide voci di Joy Jenkins e Michela Grilli, i video di Francesco Termini e l'eccezionale ingegnere del suono Ricky Carioti (fonico anche di Elisa).
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