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Una sirena al teatro Morlacchi

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Una sirena al teatro Morlacchi
Carmen Consoli incanta e seduce con il suo tour “al femminile”
C’era una sirena ieri sera sul palco del Morlacchi. Anzi tre, come ha detto la stessa Carmen Consoli nella presentazione del tour “Eco di Sirene” che ha scelto come cornice per il suo terzo appuntamento, le splendide quinte del teatro perugino.

Voce e chitarra a inondare il teatro.

La “cantantessa” è arrivata in Umbria con il suo nuovo progetto in trio, uno spettacolo magico ed originale che rispecchia l’anima di grande sperimentatrice di Carmen, una delle più apprezzate artiste italiane. Innovatrice, eclettica e poliedrica, la Consoli ha portato al Teatro Morlacchi uno spettacolo del quale sono stati protagonisti un suono e degli arrangiamenti molto sperimentali, pensati appositamente per la formazione con archi e chitarra acustica, ma soprattutto la sua voce che ha convinto il teatro, già dall’apertura che ha visto Carmen esibirsi con un breve set di sola voce, appunto, e chitarra.



“Prima dell’alba”, “Parole di burro” e “Fiori d’arancio” sono i primi tre successi che la Consoli ha riproposto con l’intensità e la profondità di emozioni alle quali ci ha abituato.

Sul palco salgono presto altre due donne, Emilia Belfiore al violino e Claudia Della Gatta al violoncello,”Tre femmine – dice Carmen - tre sirene alla quale si aggiunge Camilla Ferrari, la scenografa che ci ha messo all’interno di questa conchiglia (fatta di luci ndr.) che giustificano il nome che abbiamo scelto per il tour. Non dimentichiamo però che quello delle sirene è un segnale che riconduce alle guerre, un segnale d’allarme che oggi, tra la piaga sociale scatenata dai leoni da testiera e da nazioni che votano per innalzare muri, risuona più forte che mai”. E poi sono le note di “Eco di sirene” a continuare a parlare per lei.

Un ricordo per il padre morto da qualche anno. “Ho sempre amato le persone che hanno fatto dell’ironia uno stile di vita. Una di queste era mio padre” dice prima di intonare “Mandaci una cartolina”, scritta proprio alla morte del papà, nel 2009.

Carmen incanta e seduce, a volte urla, ma solo per proteggere. Con la sua musica dà voce alle domande sulla vita, sull’amore e sul presente che tutti noi ci poniamo e le risposte non sempre sono quelle che vorremmo ricevere.





Esce e rientra da sola e regala alla platea rapita gli storici successi “Blunotte”, Contessa Miseria”, “Confusa e felice”, “In bianco e nero”, “Venere” e mentre la sua poesia si fa rock.

Poi ringrazia chi ha suonato con lei, i tecnici, chi ha reso possibile lo spettacolo, ma soprattutto: “Voi, il pubblico più bello del mondo” e saluta con “Un amore di plastica” un pubblico ormai innamorato più che mai dell’artista. E della donna.


Una sirena al teatro Morlacchi