Tania Font, l'arte dell'uomo e dell'attualità
Brano: “Super Duper Love”- Joss Stone
L’uomo, la solitudine, la ricerca del sé: temi attuali, sentimenti che proviamo e che ci accompagnano in questo periodo; queste tre delle caratteristiche che l’artista Tania Font mostra attraverso le sue opere. Nata in Spagna nel 1978, pittrice e scultrice, artista contemporanea che mostra attraverso la sua arte l’attualità dell’essere umano, fragile e allo stesso tempo bisognoso di essere scoperto, capito, compreso.
Volti e mezzi buzzi creati con cemento, carta e ferro sono i soggetti principali della Font. Identificarsi nelle sue opere è facilissimo. Occhi chiusi e menti esposte, in questa breve descrizione ritroviamo l’essenza delle sue opere. Incuriosire e scoprire il sé attraverso la metafora del sogno e dell’inconscio.
È proprio l’inconscio che viene mostrato perlopiù nelle opere dell’artista, compito difficilissimo ma che tramite la sua tecnica, la sua impronta, risulta di una leggerezza unica e con mille sfaccettature.
“Decostruzione”, questo il titolo di una serie di sculture che ad oggi continua ad arricchire la collezione delle opere della Font. È strano come la parola in realtà vada a descrivere quella che è una costruzione del sé: menti aperte dove la luce che poggia all’interno delle voragini mostra stanze e oggetti abbandonati che creano l’uomo, lo rendono ciò che è, un insieme di ricordi e di incertezze, sofferenza e speranza.
Attuale in questo momento storico, l’impronta della Font ci da quel senso di distruzione portandoci subito in uno scenario di guerra e tristezza. Non è infatti nuova a voler trasmettere il sentimento umano in riferimento ai momenti tragici che la storia dell’uomo ha affrontato; già nel 2018 la vediamo autrice di un’opera presso il cimitero di Sant Joan a Palamós con un’opera ispirata ai campi di concentramento e al periodo nazista. Un senso di solitudine, un uomo e una ragazza divisi da una parete. Non un significato assoluto, ma il tentativo di suscitare un’emozione: “Un’opera deve trasmettere sentimenti e trasformarli” afferma la Font. Emozioni, questa la base dell’arte, il suo scopo, che viene riprodotto materialmente, alla perfezione: questa la sua mission.
Bambini e donne i soggetti più trattati: tecniche che riescono a dare un senso di invecchiamento, di infanzia rubata, di silenzi e di pensieri, attuale per la figura della donna ma anche per i più deboli in generale.
Non esiste un’interpretazione giusta, non c’è una risposta, lo spettatore deve riflettere, provare curiosità, angoscia, stupore. La molteplicità delle sue tecniche si sposa alla perfezione con tutte le sfaccettature dell’animo umano, dei sentimenti. Ogni tecnica riesce a catturare un’emozione, una luce, a suscitare una domanda. E se le stanze vuote delle “Decostruzioni” fino a qualche tempo fa riuscivano a proiettare lo spettatore all’interno del suo IO, nella solitudine che la pandemia ci aveva fatto vivere, sembra quasi impossibile oggi non proiettare le opere sul nostro presente: case distrutte e ricordi perduti, in riferimento a quella che oggi è la situazione di guerra che stiamo vivendo. Luoghi abbandonati e ferite invisibili, questo ciò che oggi avviene e ciò che Tania Font sta rendendo attuale grazie alle sue opere. Questa è l’arte: è vita, è presente, è qualcosa che ci riporta a capire ciò che gli altri vivono, empatia. Quelle stanze abbandonate possono essere tragedie lontane da noi ma anche guerre interiori, battaglie con noi stessi, con le nostre sicurezze che a volte si sgretolano e ci fanno cedere, ma sono anche un invito a non mollare e a ricostruire il nostro mondo, sia nel nostro piccolo sia come parte del mondo stesso. Una condizione che forse accomuna tutti gli uomini almeno una volta nella vita è il senso di solitudine: crediamo di essere unici, soli, abbandonati, ma se riflettiamo sul fatto che queste opere suscitano emozioni in ognuno di noi forse più simili di quanto non pensiamo, allora l’arte ha assolto al suo scopo, unire ed emozionare.
Questo forse è il messaggio che questa contemporanea ed attuale artista vuole trasmetterci: nessuno è solo, siamo tutti parte del mondo, siamo tutti ARTE.
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