Partito il Progetto “pARTEcipo anch'io”
Dal mese di gennaio è infatti in corso un ciclo di incontri realizzati dal personale qualificato della Galleria suddiviso tra lezioni propedeutiche nella Residenza Protetta Fontenuovo e il museo perugino. Il progetto promosso dalla Fondazione Roma Sanità e coordinato dalla Prof.ssa Patrizia Mecocci, Direttore della Sezione di Gerontologia e Geriatria dell’Università di Perugia e dalla Prof.ssa Luisa Bartorelli, Presidente di Alzheimer Uniti Onlus di Roma, si rivolge ai partecipanti del Caffè Alzheimer dell’Associazione A.M.A.T.A.
L’obiettivo della terapia è quello di offrire un intervento terapeutico non farmacologico alle persone con demenza e un sostegno ai loro familiari. Il museo diventa così un luogo di cura attraverso la fruizione di opere d’arte e l’espressione creativa che ne scaturisce.
In un’ottica in cui si crede fortemente che l’ambiente possa contribuire al benessere della persona, la creazione di percorsi museali ad hoc è l’occasione per frequentare il museo per la prima volta o per continuare a farlo nonostante la malattia, nella convinzione che l’arte rappresenti una fonte di stimolazione privilegiata. Come è stato dimostrato da recenti ricerche nell’ambito delle neuroscienze infatti, la fruizione di un’opera d’arte dà luogo a un coinvolgimento emotivo, motorio e corporeo offrendosi come possibilità di comunicazione nuova laddove la via cognitiva appare interrotta.
L'approccio alla museoterapia è relativamente recente in quanto l'arteterapia ha curato fin dall'inizio percorsi terapeutici attraverso la musica, il teatro e la danza, ma l'utilizzo di opere d'arte è avvenuto solo successivamente. L'arte è in grado di sollecitare parti del cervello che rimangono intatte anche dopo l'insorgere della demenza, fornendo quindi uno stimolo intellettuale tanto intenso da far sentire gli effetti positivi anche a breve e medio termine.
Così il contributo che oggi possono dare i musei si sta rivelando sempre più prezioso, tanto da aver acquisito un nuovo ruolo sociale. Le visite guidate hanno luogo durante i normali orari di apertura del museo, permettendo così una interazione tra malati, familiari e visitatori, rompendo in questo modo l'isolamento in cui vivono i primi e combattendo nel contempo lo stigma nei confronti di questa patologia.
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