La mora orgogliosa
Sono stato inviato a Palermo da Generali, in missione speciale, per cercare di vedere positivo, e nella perla del Mediterraneo non è stato difficile, ma per uno abituato a usare Twitter, la tentazione di riassumere Palermo in 140 caratteri è forte. Ma come si fa?
Come ho già scritto in un altro articolo, a Palermo c’è tanta roba. Troppa, per stare in una sola città, e in una sola isola. Insomma, l’impresa è ardua, ma voglio tentare una sintesi, senza fare elenchi, senza scendere nei dettagli.
#VediamoPositivo, ma cerchiamo anche di centrare l’essenza della palermità.
A Palermo è tutto intenso. Tutto abbondante. Tutto carico.
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Il principio che sta alla base di tutto è il Barocco: la Sicilia era già barocca duemila anni prima del Seicento, nel senso dell’eccesso. L’arte, il linguaggio, la gastronomia e le tradizioni, semplicemente, a Palermo strabordano, esondano, eruttano: tutto è caldo e variegato, mischiato, perfettamente amalgamato, perfettamente eccessivo. E non si vergogna di esserlo. Accussì è.
Una cosa molto particolare di Palermo è il famoso traffico, reso celebre da Benigni. A Palermo corrono tutti come matti, esattamente come a Napoli, a Roma, o a Milano, però la cosa curiosa è che suonano tutti il clacson, auto, motorini, moto, autobus. Suonano a intervalli brevissimi e regolari, colpetti di clacson prima e dopo ogni curva, prima e dopo ogni incrocio. Perché lo fanno? Per educazione.
Dico sul serio: suonando, ti avvertono, ti fanno una cortesia. Ti informano che stanno arrivando, e che non freneranno.
Ecco, Palermo è questo: è una roba che non frena mai, al limite dell’arroganza, senza filtri e senza precauzioni. Non è una città come le altre: ti investe col suo eccesso di vita e non se ne pente mai. Non potrebbe.
Sulle prime vorresti arrabbiarti, vorresti giudicarla, questa città guascona e indisciplinata, ma poi non lo fai, perché ci vedi un non so che, un garbo antico, una certa eleganza, forse l’autorevolezza di chi se lo può permettere. La classe dei secoli.
Palermo è antica come Roma, ma con una storia molto più complicata di Roma. Palermo è una capitale a sé, è stata di tutti e non è stata di nessuno. E non vuole essere di nessuno.
E allora cos’è Palermo?
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È una scollatura mediterranea, esagerata, troppo generosa, al limite dello scandalo.
Palermo è una mora orgogliosa, bella e indomabile, rustica e irresistibile, che vive al massimo e non si nasconde, che ride e piange tutti i giorni sotto il sole. E attende nei secoli un corteggiatore alla sua altezza.