L’altra faccia del Giornalismo
Quando l’etica deve essere difesa
Aidan White, direttore del Ethical Journaism Network insieme a Dorothy Byrne, capo attualità al Channel 4 Television, oggi hanno tenuto a Bruxelles una conferenza sugli effetti della crisi sulla professione dei giornalisti.
Il report analizza la situazione contingente di 18 paesi (dal Regno Unito alla Danimarca, dalla Turchia all’Egitto, l’Italia non è presente) rispetto la professione del giornalista.
Attraverso i risultati disagianti della crisi la corruzione si sta facendo sempre più spazio nel mondo professionale, diventando un vero e proprio malessere culturale e sociale.
White afferma che malgrado ci sia sempre stato un “lato oscuro” nella professione del giornalista, nel corso della storia esso era tenuto abbastanza a freno dalle buone intenzioni insite del giornalismo quali l’informazione collettiva, l’interesse pubblico, lo smascherare le insidie politiche, ma ora questo equilibrio sta diventando sempre più incerto.
Il legame tra notizia e informazione si sta diluendo in gossip e pubblicità.
La precarietà, i target di informazione, la censura, la prepotenza degli scopi commerciali stanno togliendo spazio alla trasparenza e alla vera essenza del giornalismo.
Su questo pensiero è necessario che editori e giornalisti collaborino secondo il mantenimento di una certa etica e una garanzia che li tolga dall’attuale situazione di precarietà lavorativa.
Byrne e White sottolineano questo: “L’idea è quella di un nuovo giornalismo che difende il lavoro del giornalista stesso e che mira alla trasparenza, dove i media e la politica collaborano per una maggiore credibilità senza conflitti di interessi.”
Certo il tragitto è molto lungo e decisamente tortuoso, ma la volontà di promuovere un giornalismo indipendente, trasparente e che fornisca una vera notizia deve diventare assoluta anche grazie alla presa di posizione di queste analisi che sembrano banali, ma banali non sono.