Quasi vegetariani: arriva il reducetarianesimo
Dalla Gran Bretagna arriva una nuova tendenza alimentare: il reducetarianesimo, dal nome strano e poco pratico, ma che piacerà ai simpatizzanti del vegan poco disposti a rinunciare del tutto alla carne
Sì, perché la regola del reducetarianesimo, come dice il nome, è la riduzione: ridurre gradualmente il consumo di carne, fino a farla diventare l’eccezione, e non la norma. Alla fine del percorso, la carne dovrà essere mangiata una volta alla settimana o poco più, una progressiva abitudine alimentare ottima per mantenere la linea, prevenire patologie legate all’eccessivo consumo di carne (specie quella suina, di cui davvero non riusciamo a fare a meno) e promuovere anche un consumo alimentare più sostenibile.
Non è una novità, infatti, l’obiettivo pratico di questi regimi alimentari: abituare le persone a consumare meno carne, perché, oltre alle motivazioni salutiste e nonviolente, fare la carne costa, anche se non sembra. Molti campi, che potrebbero essere coltivati per il consumo ‘umano’, vengono invece destinati al foraggio per l’allevamento degli animali, per non parlare poi delle grandi quantità di acqua e di tutte le risorse necessarie, dei gas serra eemessi durante il ciclo di produzione, e ovviamente del grande lavoro legato alla macellazione, alla conservazione, ecc.
L’industria della carne non è molto sostenibile, e in tempi di crisi possiamo imparare a mangiare in modo più conveniente anche noi, con poco sforzo. Se il vegetarianesimo e il veganismo vi sembrano eccessivi, provate a vivere un mese da reducetariani, calate la quantità di carne, e controllate poi come sta il vostro fisico.
E il vostro portafoglio.