Parlare di green. A settembre. A Terni In evidenza
Personalmente trovo l’accostamento scontato, quanto audace e pericoloso.
Audace e pericoloso perché conoscendomi - dato l’argomento green, così ultimamente di-battuto dalla sottoscritta, ma decisamente lontano dal grigio contesto ternano - temo che la penna possa scivolare sulle tracce dell’autobiografico o su quelle della polemica ambientalista. Non mi resta che scegliere l’aspetto più scontato attenendomi ai fatti. Abbiamo un mese, settembre: figlio di un’estate che se ne va e cugino di un autunno che inizia ad affacciarsi con tutti i suoi vorrei. Il mese della luce incerta come il futuro, ma intensa come la seta; del vento che arriva e del vento che va. Abbiamo un colore, il verde. Green come campagna, che fa rima con Umbria, green come stile di vita, che fa rima con turismo, e green come golf, che fa rima con… Ops, son scivolata. E poi abbiamo un concept. Perché settembre è il mese dei nuovi inizi, e con il verde, colore della speranza, ci sta da dio! Se ci pensiamo, il nono mese dell’anno non è che la versione estiva e più matura del 1 gennaio: la differenza è che a costringerti a riprendere in mano la tua vita a settembre non sono mai i buoni propositi post sbornia di Capodanno. In ogni modo, è il mese delle novità, dei tagli netti, dell’inizio, della fine e delle trasformazioni. Chi dopo l’estate non ha cambiato classe, pettinatura, armadio, lavoro, partner, casa o città? Chi non si è innamorato, non ha tradito, non si è sposato o separato? Chi non ha preso almeno un abbaglio a settembre? Allora, perché non colorare di verde speranza anche la candidatura di Terni a Capitale Italiana della Cultura 2016/17 e sfruttare l’occasione per quello che può rappresentare? Un nuovo inizio o il paracadute per una città in picchiata libera sul grigio delle ciminiere. E se non dovesse funzionare il paracadute, speriamo di comprarne presto uno nuovo da Decathlon. Quanto al verde, continuo a pensare che sia meglio scivolare sulle tracce del mio green.
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