Di mare e d’azzurro… In evidenza
Eccomi qua, a vivere l’ultima estate da trentenne. Si, avete capito bene, nonostante l’anno prossimo a quest’ora avrò già compiuto i 40, prima di mettere un piede nella fossa degli “anta” mi si prospetta ancora un prezioso anno da vivere col tre davanti.
Quindi, approfittando della stagione estiva convergerei le mie ultime energie da giovane donna immergendomi in mari profondi o perdendomi nei cinquanta metri della splendida vasca del CDA - perché le leggi della fisica a una certa età vanno rispettate. E come me dovrebbero fare tutte quelle che da poche settimane girano per il centro di Terni con in mano il cuoppo della patata fritta olandese - per inciso, se quel posto non verrà chiuso velocemente, il mito della bellezza femminile ternana rimarrà, appunto, un mito. Poi mi concentrerei su quel che voglio, che a parte la pace nel mondo prevede tanti tuffi nelle profondità del mio io. Voglio viaggiare, ma voglio anche restare per scoprire luoghi segreti. Voglio emozionarmi ascoltando arpe e violoncelli a Degustazioni Musicali Umbria e voglio immergermi tra le melodie classiche del Festival dei Colli, il tutto a San Gemini. Voglio parlare inglese e anche ternano. Voglio svegliarmi in una città in cui alzare lo sguardo, fermarsi e stupirsi di fronte alla poesia può succedere mentre porto a spasso Ennio, a due passi da casa. Tipo in via Angeloni, dove con “Muri di versi” - un’iniziativa spontanea messa in piedi (o meglio al filo) dai commercianti - i versi e i muri hanno davvero un aspetto diverso… E voglio ricordare un amico, un artista la cui scomparsa sta rendendo più triste quest’estate appena iniziata. Lo faccio attraverso il mezzo d’espressione più lontano dalla retorica, il suo mezzo, la sua passione, la sua compagna: la fotografia. Lo faccio tuffandomi in quel mare e in quell’azzurro che lui ha immortalato in uno dei suoi tanti viaggi che parlavano la lingua dell’arte. Il segno distintivo della poesia di Sergio Coppi.
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