Il grande freddo… In evidenza
Benvenuti nel 2017, fedeli lettori. Mi auguro più di quanto esprima che nelle vostre vene scorrano già gli influssi benefici del nuovo anno e che le tracce che seguite possano condurvi laddove voi desiderate. Punto, invio.
Potrebbe iniziare e finire così queste prime tracce del nuovo anno. Una roba formale, dal gusto quasi ottocentesco. Perché, diciamola tutta, ci siamo ridotti così, voi ed io. A essere vecchi e noiosi amici, a puzzar di naftalina, a parlare del più o del meno, una volta ogni due mesi, e a non capire più di cosa parliamo. Certamente, egregi lettori, sareste nel giusto facendomi notare quanto siano state la mia vena autoriale e la mia residenza ternana a venir meno alle promesse fatte sei anni orsono. Seguire le tracce di una città umbra, da sempre lontana dal centro della storia, della cultura e della finanza agevolata della bella Perugia, e provare a raccontare ai nostri cugini che nonostante tutto, Terni sia graziosa, dignitosa e soprattutto in pianura. Questa sciocca farsa potrebbe continuare, come continua quella della città di Terni, ormai alla deriva, ma personalmente avrei deciso che, né voi né io, meritiamo questa fine, non in questa sede. Insieme abbiamo seguito le tracce giuste. Abbiamo criticato, ironizzato, ci siamo incazzati e confrontati. Io e il mio divano ci siamo consumati dalle risate scrivendo questa rubrica, e oggi, dopo speranze, visioni, attese e sogni mancati non meritiamo questa fine. Se ci siamo ridotti a disquisir solo d’immondizia, cacche di cani, povertà economica e culturale del secondo centro umbro, non è colpa nostra. Se per descrivere e diffondere l’immagine della Terni contemporanea in un nuovo video promozionale, vengono utilizzate solo immagini delle cascate delle Marmore, del lago di Piediluco e della Rocca di Ferentillo, vuol dire che la natura è preziosa e generosa, ma perché nessuna traccia di opere frutto dell’intelletto umano? Forse perché di tutte le promesse fatte negli ultimi dieci anni, non son rimaste che le briciole?