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Renzi e la rapina In evidenza

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Renzi e la rapina
Rapina sventata, la chiamata a Romizi e tante battute: Renzi a Perugia

«Sarò breve anche perché, diciamolo, non si fanno iniziative di questo tipo di mercoledì mattina alle 10». Con questa ammissione Matteo Renzi ha aperto, mercoledì, il suo intervento a Perugia in sostegno alla ri-candidatura di Catiuscia Marini alla presidenza della Regione Umbria. Anche in questo caso, come lunedì ad Assisi con Berlusconi, sono state molte le battute e le note di colore.

«Sono qui per aprire la campagna elettorale», ha scherzato, ma non troppo, e poi il riferimento proprio a Berlusconi: «Ha finito di rovinare i sogni degli italiani, anche se quell’uomo ha sette vite». Ancora il racconto di quando, da scout, venne in Umbria dopo il terremoto del 1997. «Tranquilli comunque, noi non abbiamo ricostruito nulla – ha scherzato – quindi è tutto sicuro. Facevamo semplicemente animazione ai bambini».

Il Presidente del Consiglio ha raccontato di aver telefonato, mentre arrivava a Perugia, al sindaco Andrea Romizi. «Gli ho detto che oggi venivo da segretario del Pd – ha spiegato – ma che la prossima volta salirò in Comune a parlare con lui». E poi la storia della rapina in centro a Perugia la sera precedente al suo arrivo. Il premier ha dichiarato che a intervenire nel supermercato sono stati gli uomini dei reparti speciali che stavano controllando la zona in vista del suo arrivo.

In chiusura Renzi ha dato delle “istruzioni per l’uso”, come le ha definite egli stesso, da utilizzare negli ultimi giorni di campagna elettorale. «Prendere il telefonino in mano – ha detto – controllare la rubrica e fare un elenco di nomi da contattare, infine parlare con le persone».