Perugina: il bacio nato da un cazzotto In evidenza
Prima di diventare il “Bacio” era il “Cazzotto” e nacque con l’intento di risparmiare sulla produzione. Era il 1922 e l’idea fu di Luisa Spagnoli. L’imprenditrice, nota anche per la catena di negozi di abbigliamento che porta il suo nome, voleva infatti recuperare la granella di nocciola, residuo della lavorazione di altri dolci e che fino ad allora veniva buttata. Sopra alla granella, impastata con la crema di gianduia, venne aggiunta una nocciola intera e il tutto venne ricoperto con cioccolato fondente: ne uscì un cioccolatino dalla forma insolita che somigliava alla nocca di una mano e che per questo venne chiamato “Cazzotto”. A dare al Bacio il nome attuale fu poi Giovanni Buitoni, ispirato anche, sembra, dall’amore per la stessa Luisa Spagnoli. Lui stesso racconta: «Come avrebbe potuto un cliente entrare in un negozio e chiedere, magari ad una graziosa venditrice, Per favore, un cazzotto?”Tolsi il cartello e ne misi uno nuovo Baci Perugina». A curare l’estetica del cioccolatino fu invece l’art director di casa Perugina, Federico Seneca, che ideò l’incarto color argento e le scritte blu, il cartiglio con la frase d’amore e la confezione con i due amanti che si baciano ispirati al dipinto di Hayez “Il Bacio”. Il successo fu immediato: nel 1927, in soli 5 anni, la Perugina aveva distribuito cento milioni di Baci. E a quasi cento anni dalla sua invenzione, il Bacio Perugina continua a mettersi in vetrina. È infatti sponsor ufficiale di Expo Milano 2015 cui partecipa con un padiglione interamente dedicato e fortemente brandizzato: all’esterno il blu, le stelle e il pavimento a cartigli. Più in alto una terrazza privata riservata per occasioni speciali mentre all’interno gli stessi Baci Perugina raccontano la loro storia in compagnia di due fontane di cioccolato alimentate da pannelli solari.