Expo, i giovani e il giornalismo grossolano In evidenza
La notizia era falsa: la solita retorica dei giovani bamboccioni perde colpi
La notizia del giorno è che a Expo non è facile trovare collaboratori: ci sono 600 giovani che hanno rifiutato un lavoro da 1300€ al mese.
Pazzesco no? Con i tempi che corrono, con la disoccupazione che c’è. Questa è una generazione non abituata al lavoro, dice Aldo Grasso.
Eppure dopo questa notizia ne sono uscite molte altre su blog e testate, e post su Facebook, e testimonianze di giovani che spiegano cos’è che gli hanno offerto a Expo. I racconti sono tanti, sarebbe impossibile elencarli tutti, ma già questa mole fa riflettere.
E tutto questo, prima della conferma arrivata in mattinata: la notizia era falsa.
Gli “esperti”, i giornalisti veri, non hanno resistito alla tentazione di parlare subito di giovani pigri e bamboccioni che si lamentano, ma poi non sono disposti al sacrificio. I giovani, però, non hanno mancato di scendere nei dettagli, e da ogni dove hanno parlato di condizioni imbarazzanti, ma non tanto per lo sfruttamento, bensì per la mancanza di informazioni precise: gli sembra di avere a che fare con una piccola agenzia grossolana, non con Expo.
I 1300€, oltre che essere ovviamente lordi, sono diciamo in condizioni ideali, cioè se facessero lavorare 8 ore al giorno tutto il mese, ma nel migliore dei casi se ne faranno 5-6, quindi la cifra è quasi dimezzata. La disponibilità, in compenso, deve essere assoluta.
In molti casi non c’è un contratto, non si sa nulla sulla certificazione a fine lavoro, se farà davvero curriculum o no; ai convocati viene detto che la formazione comincerà un giorno, poi un altro giorno, poi un altro giorno ancora; non ci sono info precise nemmeno sui contributi.
Per molti, la risposta di Expo, dopo un colloquio fatto mesi fa, è arrivata ora: troppo tardi. Alcuni di loro hanno già un lavoretto, e ovviamente non se la sentono di mollarlo per qualcosa di indeterminato. Altri semplicemente fanno due calcoli, e capiscono che a certe cifre non vale la pena muoversi: Expo non prevede convenzioni con i mezzi, gli spostamenti sono a carico del lavoratore, e questo si porta via un altra parte consistente di stipendio.
La cifra reale, come molti confermano, si aggira intorno ai 500€ al mese. A Milano. Con i suoi affitti.
Quello che stupisce è: come è possibile dare due punti di vista così diversi sullo stesso fenomeno? Perché la stampa rincorre subito la retorica dei giovani choosy, tanto da non approfondire la notizia? Qualcosa certamente sarà vero, ma generalizzare così è da giornalismo grossolano. Grossolano come il “lavoro” che offrono a Expo.
Un punto di vista interessante viene proprio da colei che usò il termine choosy (nella solita frase, estrapolata dal solito contesto diverso, e anche qui ci sarebbe da scrivere un trattato), ovvero l’ex ministro Elsa Fornero, intervistata dal Fatto Quotidiano: “Non mi sento di esprimere un giudizio. Ho imparato che spesso la distanza tra ciò che uno legge e ciò che percepisce stando sul luogo è abbastanza rilevante”.