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Giornata Mondiale della Terra In evidenza

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Giornata Mondiale della Terra

Ieri alla Sala dei Notari il convegno "Smart City e città verdi per uscire dalla crisi"

A conclusione del ciclo di incontri organizzati a cura del Comune di Perugia nell’ambito della Giornata Mondiale della Terra 2015, si è tenuto ieri pomeriggio alla Sala dei Notari il convegno nazionale “Smart City e città verdi per uscire dalla crisi”, che ha visto la presenza del Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, l’avvocato Maurizio Pernice e delle principali associazioni ambientaliste per confrontarsi sul futuro “green” delle nostre città, come strumento per uscire dalla crisi.

L’Amministrazione comunale, nel dare il benvenuto agli ospiti, ha messo in evidenza come per la prima volta la città di Perugia celebri la Giornata Mondiale della Terra con così tanta rilevanza, con un percorso durato quindici giorni in cui si è voluto partire dall’identità e dalla tradizione della regione, per arrivare a livello globale. Per la prima volta le associazioni ambientaliste si sono trovate insieme a riflettere sul tema e non è un caso che ciò sia avvenuto proprio oggi che il pensiero ambientalista è così maturo e diffuso e che è oggetto di produzione normativa da parte delle istituzioni competenti. Uno degli strumenti più importanti per il futuro –è stato sottolineato nel corso dell’incontro- è la partecipazione dei cittadini, che vuol dire mettere assieme il sapere politico con quello tecnico e quello civico, in un sistema di governance allargata in cui l’ente fa da raccordo. In questo contesto si inseriscono le smart cities, le città cosiddette intelligenti, innovative ma anche e soprattutto sostenibili e che sono intelligenti proprio perché intercettano le esigenze ambientali e le fanno proprie per uscire dalla crisi.

Il Direttore Generale dell’Arpa Umbria Walter Ganapini ha affrontato il tema dell’Adattamento e della resilienza per custodire il futuro, due elementi base del comportamento delle comunità di fronte ad un cambiamento epocale e drammatico come quello ambientale e climatico che stiamo vivendo. “L’adattamento –ha precisato Ganapini- è certamente un’esigenza assoluta che richiede informazione, ma anche ricerca e sviluppo, mentre la resilienza è la capacità della comunità stessa di rinnovarsi di fronte all’esigenza di cambiamento. Ciò comporta una comunità consapevole, in grado di modificare i propri stili di vita e di consumo e queste sono proprio le smart communities. Del resto –ha concluso il dott Ganapini- negli ultimi tempi si è assistito ad un aumento di buone pratiche, ma se non si dà un colpo d’ala forte si rischia che queste rimangano solo testimonianza di nicchia rispetto ad un sistema così pesantemente in trasformazione”.

Tutti concordi, quindi, nell’individuare nelle smart cities uno strumento per uscire dalla crisi i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, a partire dal Presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, Monica Tommasi neo Presidente nazionale di Amici della Terra, il Direttore esecutivo di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio, Adriano Paolella, Responsabile scientifico “Campagna Disponibile” di Cittadinanzattiva, Marco Parini, Presidente di Italia Nostra e Fulco Pratesi, Presidente onorario di WWF Italia.

Le città -come hanno sostenuto- sono il luogo dove vive la maggior parte della gente, dove vi è il maggior consumo di energia e dove vi è la concentrazione dei maggiori fattori inquinanti; le città sono il nodo dello sviluppo perché è da qui che si deve cominciare a ridurre le nostre esigenze nei confronti dell’ambiente. E’ la città che deve diventare sostenibile prima di ogni altro luogo. E la partecipazione dei cittadini in tal senso è determinante, essi devono diventare attori di questo processo di sostenibilità ambientale.

Tra le ricette individuate per uscire dalla crisi, dunque, non possono mancare la sostenibilità ambientale, un’agricoltura biologica ed ecocompatibile, modelli di smart cities applicabili a seconda delle tipologie di città, soprattutto quando si parla di città d’arte e convenienza e obbligo a reinvestire nelle aree urbane abbandonate e dismesse in moda da porre un limite all’espansione della città stessa e al consumo inutile di suolo. Per dirla con le parole del Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente Maurizio Pernice a cui, sono state affidate le conclusioni dell’incontro, “le smart cities devono poter garantire l’uso di tecnologie a favore e non contro il cittadino, il risparmio e non lo spreco di energie, il recupero e il riutilizzo degli spazi e favorire un’economia circolare, salvaguardando gli spazi rurali attorno alle città.”