Luca Morganti fra illustrazioni, arte e insetti In evidenza
Colori, natura e luce. Sono queste le prime tre cose che ci arrivano in testa vedendo i lavori di Luca Morganti, umbro doc, che negli anni si è fatto largo con dedizione e pazienza nel campo dell’illustrazione e della grafica. Oggi Luca può vantare collaborazioni di tutto rispetto che spaziano dal Corriere della Sera (di cui ha curato alcune prime pagine di ‘La Lettura’)a Despar. Un altro lavoro a cui tiene molto è schizzincucina.com, un blog creato da lui stesso non troppo tempo fa, in cui è riuscito ad unire lo storytelling e l’illustrazione con un’altra sua grande passione: il cibo. Ma prima dei traguardi c’è stata la gavetta. Importante e formativa: la sua strada l’artista l’ha fatta partendo dall’Accademia di belle arti di Perugia e passando anche per il Nid, uno dei migliori istituti di design presenti in Italia. Abbiamo deciso di incontrarlo per fare quattro chiacchiere con lui, per conoscerlo meglio e per chiedergli che cosa lo ispira nel suo lavoro artistico.
Luca, la prima domanda sorge spontanea dando un’occhiata al tuo profilo Instagram, che ormai è a tutti gli effetti un biglietto da visita nel tuo campo: come mai proprio gli insetti ti ispirano così tanto?
In realtà tutto è nato da un’intuizione. Non ero mai stato un appassionato di insetti ma un giorno me ne è caduto uno addosso e ho iniziato a disegnarli... ho capito quanto un insetto fosse speciale, bello e pieno di spunti per fare arte. Un essere così piccolo ci vuole attenzione per comprenderlo in tutte le sue parti. Noi non abbiamo più attenzione verso le cose più piccole e più delicate, andiamo a duemila tutti i giorni e per vedere le cose dobbiamo sbatterci contro. Quindi, in un certo senso, è diventato una dimostrazione di come io stia attento a queste piccolezze della vita.
La tua vita si divide tra Umbria e Veneto, due luoghi in cui la natura sicuramente non manca, anche questo per te è fonte di ispirazione?
Assolutamente sì! Le radici sono fondamentali, quindi la natura essendo nato in Umbria è molto importante per me. Quando sono a Padova mi mancano amici e famiglia, ma mi manca tantissimo il paesaggio e le colline. Ma comunque anche quando sono al nord ho ottimi spunti e luoghi dove riesco a ritagliarmi degli spazi di silenzio.
Nel campo artistico chiaramente il talento è molto importante, ma in un momento come questo dove l’istruzione vive sicuramente un momento complesso, il tuo percorso scolastico quanto credi sia stato importante?
Il mio percorso scolastico è stato fondamentale, è vero il talento serve molto nell’ambito artistico però la scuola ha creato un background per poter capire come canalizzare nella maniera giusta il mio estro. Sicuramente nella strada intrapresa all’Accademia di Belle Arti ho costruito il mio bagaglio culturale, poi con il Nid c’è stato un lavoro molto mirato per capire come iniziare ad applicare tutto ciò che avevo imparato. Il metodo è essenziale, è vero, c’è anche una componente di genio e sregolatezza ma c’è una disciplina da seguire senza la quale si fa molto poco. Io comunque ripeto, sono molto grato al mio percorso scolastico.
Sei giovane ma hai già alle spalle delle collaborazioni belle e importanti con il Corriere della Sera e ora con Despar... ma all’inizio è sempre difficile farsi conoscere e prendersi il proprio spazio?
Difficilissimo! Perché occorre muoversi tanto, spedire tante email, sapere che si riceveranno pochissime risposte, impegnarsi tanto a farsi conoscere che è la parte più complessa. Essere bravo non solo a fare ma anche a vendere bene ciò che fai. Uno quando è ragazzo ed è alle prime esperienze a volte si sopravvaluta e magari si pensa subito di poter lavorare con il Corriere della Sera ma la realtà è che certe cose arrivano dopo qualche anno e un po’ di sbattimento. Nulla arriva dal cielo. Solo una volta è successo che gli altri mi cercassero, quando ho realizzato la locandina per il Teatro Nazionale di Roma, ma nella maggior parte dei casi devi essere tu a sbatterti e ad avere una buona dose di faccia tosta.
Finora senti di aver lavorato su cose totalmente nelle tue corde o pensi che a volte sia necessario scendere a compromessi?
La risposta è sì e no... credo che sia necessaria una capacità di adattamento e a volte è importante accettare le sfide. È molto stimolante accettare, a volte, lavori che magari non sono totalmente nelle tue corde ma possono essere valorizzanti e farti crescere. Nel caso sia totalmente fuori dal mio campo declino l’offerta da professionista e provo ad essere totalmente sincero. Ogni tanto comunque uno deve uscire dalla propria comfort zone.
Per concludere se dovessi dirci un tuo desiderio per il tuo futuro lavorativo quale sarebbe?
Il mio desiderio è poter continuare a vivere di questo, già sarebbe tantissimo. Se devo pensare invece a progetti futuri su cui mi piacerebbe lavorare dico su tutti in ambito musicale e nell’editoria. Sicuramente sarebbe bellissimo mixare la mia arte con quella di altri.
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