Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Top Italian Women Scientists 2016 In evidenza

Scritto da 
0
Top Italian Women Scientists 2016

Quattro ricercatrici perugine tra le migliori scienziate del 2016

Tra le 38 ricercatrici, che sono state inserite nella Top Italian Women Scientists 2016, il club delle migliori scienziate italiane, ben quattro, provengono dall'Univerità degli Studi di Perugia. Sono le farmacologhe Francesca Fallarino e Ursula Grohmann e l’immuno-patologa Luigina Romani, appartenenti al Dipartimento di Medicina Sperimentale, e l’ematologa Laura Pasqualucci del Dipartimento di Medicina. Il club, che riunisce le eccellenze femminili, donne che si sono contraddistinte per un’alta produttività scientifica e che hanno dato un sostanziale contributo allo sviluppo in campo biomedico, è promosso da Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna. Si tratta di un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo, misurato con il valore “H-index”, che racchiude sia la produttività sia l’impatto scientifico del ricercatore, nonché la sua continuità nel tempo, e si basa sul numero di citazioni per ogni pubblicazione. L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca al femminile e avvicinare le giovani a questa professione. Francesca Merzagora, presidente di Onda , afferma che :“I dati nazionali del 2015, dell’Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali del CNR, evidenziano come in Italia la presenza femminile nella ricerca, in particolare in posizioni di rilievo e nelle sedi decisionali, sia ancora bassa. Se all’inizio della professione si registra una sostanziale parità tra i due sessi, avanzando nella carriera, l’ago della bilancia si sposta nettamente a vantaggio dei ricercatori maschi che salgono al 76% del totale, mentre le ricercatrici restano solo al 24%. Se poi si considerano i dati relativi alle posizioni apicali, sono meno del 17% le donne che rivestono il ruolo di direttori di istituti di ricerca e di dipartimento”. C'è ancora quindi molto da fare, affinché la parità tra i sessi, specie in campo lavorativo, diventi una realtà effettiva.

Pubblicato in PM TopNews