La rivolta dei gestori di alberghi ed agriturismi. E la miopia di chi ci amministra In evidenza
È nata così la cosiddetta legge “anti Airbnb” che impone a chi affitta una tassazione (del 21%) ma che non permette di scaricare alcun costo di gestione.
Gli albergatori, d’altro canto, sostengono di essere stati danneggiati dal fenomeno dell’affitto di seconde case. Ma è davvero sempre “colpa degli altri”?
A Firenze negli ultimi 5 anni le seconde case in affitto sono lievitate (da 2.000 a oltre 3 volte tanto); ma hotel e agriturismi non registrano crisi. E allora mi chiedo: come mai a Firenze chi affitta appartamenti non danneggia gli albergatori? Qualcuno dirà “Firenze è Firenze, fa storia a sè”.
Bene, allora, occupiamoci delle faccende di casa nostra. Magari sotto il profilo di controlli e burocrazia, due aspetti che vessano i proprietari di case in affitto. E mi riferisco a quelli onesti, che non evadono e sono in regola. Soggetti che sono comunque spesso oggetto di sanzioni, magari per innocue mancanze amministrative causate da norme confuse e poco chiare. Di fatto una giungla burocratica che tende a scoraggiare a suon di multe per disincentivare il fenomeno.
Ma si tratta di un errore di valutazione e strategia madornale!!
Proviamo a riflettere:
-Si considera quanti turisti in più invece arrivano grazie all’affitto di case?
-È mai passato per la testa dei nostri amministratori di informarsi se questo turismo è formato da clienti sottratti ad alberghi e altro?
-Possibile che chi è preposto a decidere non capisca che sono proprio queste nuove forme di accoglienza ad attrarre nuovi turisti che altrimenti in Umbria non metterebbero piede?
-Qualcuno ha cercato di capire, con indagini e ricerche, quanto sia positiva la ricaduta sull’intero territorio (ristoranti, botteghe artigiane, cantine, frantoi, eccetera?)
La verità è che se alcune strutture ricettive “tradizionali” sono in crisi è perché manca una promozione seria del territorio. Eccoci allora al nocciolo: per rilanciare il turismo occorre una promozione studiata a tavolino. Pensare di salvare gli alberghi disincentivando gli affitti è una visione semplicemente ottusa.
Purtroppo, però, in Italia si rinuncia troppo spesso a ragionare solo per darla vinta a chi fa la voce grossa. Senza capire che è proprio allargando la tipologia di offerta ricettiva (molti stranieri preferiscono la casa al classico hotel) che i nostri territori vengono scoperti apprezzati e pubblicizzati. Un traino prezioso per l’Umbria, altrimenti conosciuta solo per la sua vicinanza alla Toscana.
Vessare, multare e scoraggiare non ha alcun senso e soprattutto non farà riempire d’un tratto gli alberghi.