Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Il gruppo è vita In evidenza

Scritto da 
0
Il gruppo è vita
La divertente storia di come un gruppo di disagiati su Telegram mi ha cambiato la vita
Era un fresco giorno di estate, anche se non era estate, e il sole stava tramontando dietro le colline, anche se era già notte fonda, quando il prode FGFOTO, detto Francesco anche se nessuno lo chiamava così, mi aggiunse a sorpresa su un gruppo di Telegram.

Telegram, per quelli di voi che non lo sanno e quindi hanno una vita brutta brutta brutta, è un'app gratuita di messaggistica che non fa schifo come Whatsapp.

FGFOTO era un baldo giovine di periferia che abitava in un posto lontano che nessuno conosceva e nessuno poteva raggiungere, ma era anche molto famoso su YouTube e Twitter e usava il suo potere di star per aggiungere gente a caso in gruppi a caso.

La prima sera sul gruppo fu un momento di totale delirio e di grasse risate, almeno fino al mattino dopo, quando trovai 3000 notifiche di disagio ad attendermi appena sveglia.

Col passare dei giorni e delle notti e dei pomeriggi e delle mattine, insomma avete capito, il gruppo diventò casa, un po' come la Barilla. Anzi no, come i mobili di IKEA, che non capisci mai come montarli perché le istruzioni sono in Svedese, ma quando ce la fai sei un po' felice. Ecco, il gruppo è diventato casa, mobili di IKEA e felicità. Perché ognuno di noi ha condiviso con tutti gli altri un piccolo pezzo di sé, come si fa con dei vecchi amici che non si conoscono tra di loro e non si sono mai visti. Proprio come nella vita di tutti i giorni, insomma.

Nel gruppo abbiamo parlato di vita, di felicità, di sesso, di amore, di amicizia, di Twitter e di Instagram. Abbiamo condiviso selfie, video, gifs, stickers, foto di tramonti a caso e foto di cibo. Abbiamo discusso, abbiamo riso, abbiamo cantato canzoni, abbiamo scritto storie e lanciato tormentoni estivi ed invernali, anzi no, quattro stagioni.

E come in ogni gruppo di amici, alcuni se ne sono andati, altri ci sono sempre stati e altri ancora non ci sono mai. Come in ogni gruppo di amici, ci sono quelli amati da tutti ma non farò nomi, Pierpaolo Episcopo, e quelli che si beccano tutti gli insulti, ma pieni d'amore, Mirko.

Alcuni di noi si sono visti davvero, a Roma, a Perugia, nel paese incantato di FGFOTO e in altre piazze italiane come un circo itinerante. Ci siamo selfati tutti, sempre nella stessa posa perché la posa è vita, come tutto il resto. Abbiamo giocato a “chi è il più logorroico?”, abbiamo riso, scherzato e camminato senza meta come metafora della vita.

Ed è qui che la storia finisce, o meglio inizia e poi continua. E ha anche una morale: siamo “i ggiovani che vivono la vita su internet e si isolano dal mondo reale sveglia è tutto un complotto!!!111!!”    

Il gruppo è vita
   
Chiara Peccini

Classe 1990, bionda dal 2012, filosofa a tempo perso e blogger in erba. Alla costante ricerca del senso della vita, nel frattempo faccio cose e vedo gente.

Articoli correlati (da tag)