Bologna è bella e ci vivrei In evidenza
Dopo circa tre ore di nonsense e risate, arriviamo a Bologna, che è buia, ma quel buio un po' luminoso che ci piace lo stesso. E poi ci sono i portici, che rendono tutto più romantico, anche i cantieri in strada e gli operai in canottiera bianca.
Matteo si fida perché sa che ormai sono adulta e indipendente, e mi dà indicazioni per raggiungere l'Apple Store in solitaria e io mi avventuro per il centro di Bologna. In realtà di avventuroso non c'è proprio nulla, non mi perdo nemmeno una volta e in un paio d'ore sono andata e tornata, con un iPhone nuovo, grazie al cielo. Una felicità da materialista dei giorni nostri mai provata prima.
Dopo una gioia così grande, poteva mancarne un'altra? Il cibo. Io e Matteo decidiamo, dopo attente analisi deduttive, di andarci a mangiare una pizza che poi diventa antipasto, pizza e dolce perché non possiamo farci mancare nulla. Torniamo a casa subito dopo cena e, come le vecchie coppie, guardiamo la televisione a letto. Matteo russa e dice che russo anche io, ma noi non gli crediamo.
La mattina dopo è giornata d'esame per Matteo, studente modello all'Università di Bologna, io invece dormo fino a tardi e mi alzo solo per uscire a fare un po' di foto per Instagram, perché ci vogliono priorità nella vita. Così vedo le torri, il Nettuno, i portici, le nuvole, il sole e i cantieri.
Appena Matteo mi raggiunge, pensiamo subito al cibo perché mangiare non è importante, è l'unica cosa che conta. E così non ci facciamo mancare la piadina, ma nemmeno il gelato.
Ripartiamo subito dopo pranzo per Perugia, con la pancia piena e la testa vuota, mentre riprendiamo la tangenziale e torniamo a ridere un po'.