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Targa e bollo sulla bici? Il web si scatena

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Targa e bollo sulla bici? Il web si scatena
Il senatore Filippi innesca la polemica con un emendamento. La rete si mobilita per chiederne il ritiro con l'hashtag di successo #labicinonsitocca
Il disegno di legge 1638 modifica il Codice della strada. Approvato l’anno scorso dalla Camera dei deputati è ora all’esame della commissione Lavori pubblici del Senato.

Secondo i ciclisti l’emendamento di Filippi porterebbe con se una targa e un bollo sulle biciclette. Il testo: «la definizione, nella classificazione dei veicoli, senza oneri a carico dello Stato e attraverso un’idonea tariffa per i proprietari (…) delle biciclette e dei veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone, individuando criteri e modalità d’identificazione delle biciclette stesse nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale», insomma un linguaggio giuridico che contribuisce a relativizzare l'informazione. Filippi ha cercato di svincolarsi precisando che questo è rivolto ai mezzi commerciali.

Le associazioni dei ciclisti chiedono il ritiro, ma è più probabile che lo stesso relatore riscriva l’emendamento. Nel Pd stesso – ad esempio il deputato Paolo Gandolfi, relatore della riforma alla Camera – sperano in un chiarimento: «Anche se si poteva lasciar fare ai comuni, che avrebbero potuto rilasciare singole autorizzazioni, se l’obiettivo erano i risciò e le cargo bike».

Perché quello, invece, pare esser l’obiettivo di Filippi. Che su Twitter mentre ha assicurato che l’obbligo non toccherebbe a chi usa la bici per andare a lavoro, ha confermato che anche chi usa le bici per piccole consegne, dovrebbe esser registrato “deve essere identificabile! Che c'è di male?”.

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