Immaginare Terni “domani”… In evidenza
Spero che dopo tante orme seguite insieme a me abbiate ormai capito che quello che leggete
in quest’istante è stato scritto almeno venti giorni fa, perché se no di che parliamo? Praticamente quando io inizio a seguire le tracce mi trovo sempre un passo indietro rispetto al vostro presente, quindi, a chi è scaltro come voi, miei lettori, risulta chiaro che queste poche righe siano state scritte a ottobre. Per la precisione il giorno 16, quello che nel calendario gregoriano precede il giorno 17, numero che nel panorama delle credenze popolar-superstiziose simboleggia la sfiga e se abbinato a un giorno della settimana come il venerdì genera super sfiga. Ecco, un giorno come domani. Un giorno importante per Terni, che affronterà una mobilitazione generale a difesa del futuro delle acciaierie e dei posti di lavoro a rischio, la cui perdita coinvolgerebbe l’intera città e non solo. Tutta Terni ne sta parlando, persino Renzi e la Merkel ne hanno parlato, perché cinquecentotrentasette posti di lavoro sono tanti e lo sono ancor di più se moltiplicati in termini di ricaduta economica e indotto. Insomma, a volervi parlare della mia attualità, non potrei far altro che seguire le tracce dello sciopero generale che ci sarà domani, degli operai, della fabbrica, ma come posso farlo? Mettetevi nei miei panni, dovrei prevedere il futuro prossimo e pure quello remoto! E va bene Peter Pan, i coccodrilli e la fantasia, ma quando si parla di lavoro, di paura, di rabbia, di famiglie da mantenere, di figli da educare, come faccio a immaginare? E pensare che c’è stata più d’una d’occasione per immaginare un futuro diverso da quello della fabbrica, ma ti risulta sia stata colta? E poi sono una giornalista e ho una deontologia da rispettare: qui dov’è la verità dei fatti? Allora dì anche che sei pubblicista e non professionista! Ok, ma sono pur sempre iscritta all’Ordine - scusate parlo con la mia gemella interiore, quella scapestrata come Peter Pan e ignorante alla Capitan Uncino. Ordine? Ah brava, fai parte di una casta e non fai il tuo dovere! Non te ne vergogni? No, perché? Ci sarò anch’io in piazza e osserverò, ascolterò e mi emozionerò, ma deontologicamente parlando non mi sento pronta a prevedere ciò che accadrà domani e nei giorni a seguire. Come reagirà la città? E la stampa nazionale ci degnerà di attenzione? La manifestazione sarà pacifica, dignitosa, incazzata, ma soprattutto servirà a qualcosa? Che accadrà agli oltre cinquecento operai che l’azienda ha deciso di mandar via, se Terni sarà costretta a rinunciare al suo polmone d’acciaio? Magari ci guadagnano tutti in salute! Scusate: è sempre la gemella a parlare… E chi sono io per giudicare gli operai che stanno accettando il licenziamento incentivato con i suoi €80.000? Eppure c’è chi li ha insultati. Io invece penso non spetti a me dire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Io so solo che domani sentirò cantare “Bella Ciao” e so anche che se ci fosse qui nonna Silvana, che sulle note di quella canzone ci ha tirato su tre figli, tutti operai della fabbrica, morirebbe di dolore nel vedere che i suoi nipoti vivono in una città che non è ancora pronta a immaginare il suo futuro dopo l’acciaio. E dimmi tu se questa non è una mega sfiga! Ancora lei.. Pardon. E comunque, io non credo alla sfiga.
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