Favola di Natale In evidenza
Era lì che fissava le luci del Natale illuminare quella triste via di periferia e pensava che avrebbe voluto avere gli stessi occhi di un bimbo per tornare indietro e sentire di nuovo la sorpresa e la gioia crescerle dentro al pensiero dell’imminente festività.
Avrebbe voluto ancora aspettare l’arrivo di babbo natale e ascoltare le canzoni tradizionali come se fossero davvero la ninna nanna da cantare a un bambino prezioso che sta per nascere, piuttosto che la reclame di una pubblicità. Invece se ne stava lì a fissare il Natale dalla finestra o attraverso la tv accesa, la sua unica compagnia; senza più avere sogni, guardando ormai quel giorno con l’occhio cinico e sprezzante di chi non vuole avere nulla a che fare con tanta retorica o con tanti ricordi. Da qualche anno non andava più nemmeno a messa, l’unica occasione che aveva per indossare il vecchio visone mai venduto. Non le piaceva pensare al Natale, era come vedere la felicità del passato senza poterla raggiungere, ma da qualche tempo sentiva crescere il bisogno di guardare il mondo attraverso occhi nuovi. Non era poi così vecchia e malandata per restarsene chiusa in casa e spegnersi lentamente. Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta. “Chi può essere a quest’ora”, pensò. “Chi è?”, chiese guardando dall’occhiolino. Nessuno. Non c’era nessuno. “Che scherzo è mai questo, chi ha voglia di giocare con una vedova pensionata la sera della vigilia di Natale?”, pensò. Fu con l’intenzione di scendere le scale e urlare dietro a quei maleducati del primo piano che la smettessero di infastidirla, che aprì la porta e notò una copertina azzurra sul pavimento. Sopra un biglietto: “Non sarai mai più sola”. Non ci mise molto a capire che quel Natale aveva ricevuto il dono più bello: tornare bambina, per scoprire che Babbo Natale esiste davvero, e tornare a guardare il mondo con occhi nuovi. Quelli di un cane.
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