Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Birra dell’Eremo a Ballarò per protestare sulle accise In evidenza

Scritto da 
0
Birra dell’Eremo a Ballarò per protestare sulle accise

L’imprenditrice umbra: “Paghiamo su quello che produciamo, non su ciò che vendiamo”

Birra dell’Eremo di Assisi è stata ospite a Ballarò. Geltrude Salvatori Franchi, proprietaria del marchio ha partecipato del programma di approfondimento politico, al fianco di altri imprenditori del campo brassicolo, per parlare dell’effetto delle accise sull’Iva. La birra, infatti, l’unica bevanda da pasto sulla quale si pagano le accise. Accade in Italia, dove il produttore ha visto aumentare la tassazione del 30% in 15 mesi.
Paghiamo l’accisa non su quello che vendiamo, ma su quello che produciamo”, ha precisato l’imprenditrice umbra, aggiungendo come, anche i piccoli birrifici a conduzione familiare, come quello di cui è proprietaria assieme al marito, con i soldi versati allo Stato per le accise solo nel 2014 avrebbero potuto assumere manodopera".
Un sorso su due di birra se lo beve lo Stato” è così diventato lo slogan di Assobirra, l’associazione degli Industriali della Birra e del Malto, che ha lanciato una campagna con l’hashtag #rivogliolamiabirra, con l’obiettivo di ridare slancio alla battaglia per far ridurre questa tassa così tanto odiata. Il dottor Filippo Terzaghi, presidente di Assobirra, ha dichiarato a riguardo: “non chiediamo incentivi, ma non vorremmo essere discriminati e ultra-tassati”.
Una legislazione che grava sulla quantità di beni prodotti, e che penalizza l’Italia da un punto di vista produttivo e lavorativo, a fronte della medesima tassazione che pesa rispettivamente quattro e tre volte meno in Germania e in Spagna. Uno studio di REF ricerche ha calcolato, inoltre, che, a causa di tale imposizione fiscale, in Italia si perdono 2.400 posti di lavoro nelle aziende birrarie in tutta la filiera. “In un’ingiusta discriminazione”, si legge anche sul sito dell’associazione degli Industriali della Birra e del Malto, che ha creato la campagna ribattezzata “Salva la tua birra”, dove è possibile firmare una petizione proprio contro l’imposizione delle accise. Immediata la reazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi, presente in studio a Ballarò, il quale ha affermato come sia necessario “uscire da questa stretta. Il tema delle accise è una clausola inserita dal Governo Letta, per creare fondi utili a finanziare il ministero dell’Istruzione e della Cultura. Non siamo riusciti a evitare il secondo aumento quest’anno. Di certo è necessaria una revisione della spesa”.

Pubblicato in PM TopNews
Etichettato sotto