L'Umbria non legge più In evidenza
In base a dati Istat risulta che 6 umbri su 10 nel 2014 non hanno letto libri, un dato in diminuzione rispetto al 2013
I dati Istat parlano chiaro: l’Umbria non è un popolo di lettori. Considerata la fascia d’età che va dai sei anni in su, corrispondente a 857 mila abitanti, solo 334 mila hanno letto qualcosa nel 2014, un numero che risulta essere addirittura inferiore al totale dei lettori del 2013. 6 non lettori su 10 sono un dato sostanzioso, considerato anche che, i 4 che leggono, sono comunque lettori deboli: il 18% ha letto da uno a tre libri, e il 10% da quattro a sei volumi. I lettori che possono considerarsi affezionati alla lettura sono anch’essi calati, e quelli che in un mese si fanno rapire o interessare da un libro o più, se nel 2103 erano 46 mila, nel 2014 hanno subito un brusco calo divenendo 42 mila.
Segnale ancor più deludente è il fatto che 46 mila famiglie, cioè il 12% dei potenziali lettori, in casa non ha nemmeno un libro, mentre il 15% ne possiede al massimo 10, il 13% tra 11 e 25 e il 13% tra cento e duecento. Per quanto riguarda il rapporto tra la lettura e internet, che offre la possibilità di comprare e leggere, su 100 persone che navigano, il 15% ha letto o scaricato libri in maniera legale, e il 26% ne ha comprato almeno uno sulla rete. A livello nazionale, sono 23,7 milioni coloro che hanno letto almeno un volume, corrispondenti al 41,4% in paragone al 43% del 2013. Sono le femmine a incrementare il numero dei lettori con un 48% contro il 34,5% dei maschi.
I lettori più numerosi sono il target tra gli 11 e i 19 anni, quantificabili sopra il 50%. Il report evidenzia pure che l’ambiente familiare condiziona: leggono libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 32,7% di quelli con genitori che non leggono. La «Filiera carta, editoria, stampa e trasformazione» nei giorni scorsi ha organizzato un incontro dal titolo «Senza lettura non c’è crescita. Quotidiani, periodici e libri come leva per lo sviluppo del Paese» in cui è stato evidenziato che oltre 800 mila persone sono uscite dal mercato della lettura di libri e oltre 1,9 milioni di persone hanno smesso di leggere abitualmente un quotidiano e 3,6 milioni di persone un periodico. La causa è da ricondursi anche alla crisi. È stato così proposto un «bonus lettura» che darebbe la possibilità ai giovani tra i 18 e 25 anni di acquistare libri e abbonamenti a quotidiani e periodici, pagando solo il 25% del prezzo, mentre il restante 75% verrebbe pagato con il bonus, vale a dire un contributo pubblico fino ad un massimo di 100 euro a persona.