Barbara Jatta a Perugia per parlare di musei In evidenza
L’ha scelta Papa Francesco ed è la prima donna alla guida dei Musei Vaticani
È una delle molte scelte che vanno nel segno dell’innovazione e che Papa Francesco sta mettendo in atto in questi anni. Barbara Jatta è infatti la prima donna direttrice dei Musei Vaticani, nominata proprio da Bergoglio. Dopo una lunga esperienza in Vaticano, iniziata nel 1996 e trascorsa ricoprendo anche diversi ruoli, dal primo gennaio Jatta è succeduta ad Antonio Paolucci. Ed al fatto di essere donna, la prima donna a essere scelta per dirigere una delle istituzioni artistiche più visitate al mondo, non dà troppa importanza. Ha infatti più volte dichiarato che in Vaticano non ha mai ricevuto un trattamento differente rispetto agli uomini e che quello che conta sono la professionalità e la serietà con le quali si lavora.
PM l’ha intervistata in vista dell’incontro al quale parteciperà a Perugia: l’appuntamento, organizzato dall’associazione PerPerugia e Oltre nell’ambito del ciclo di incontri dal titolo “I musei che saranno”, è per il 13 giugno alla Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria. Parteciperanno anche Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, e Antonio Piva, professore emerito di Museografia e Museologia del Politecnico di Milano.
Direttrice, per stare sul tema che verrà trattato nell’incontro perugino, come crede che saranno i musei di domani e come dovrebbero essere, secondo la sua opinione, per mantenersi al passo con i tempi e non perdere di interesse?
Credo che una delle principali operazioni da effettuare sia quella di adeguare le strutture museali alle moderne esigenze di comunicazione. In questo senso va ad esempio il portale web dei Musei Vaticani che permette non solo di prenotare la visita, ma anche di approfondirla sia prima che dopo. Fondamentale è lo strumento del catalogo online che hanno tutti i grandi musei internazionali e che in Italia fatica a diffondersi. Noi lo abbiamo e lo stiamo accrescendo: l’obiettivo è arrivare a includere fino a 100mila pezzi o più, cioè tutti quelli contenuti nei musei. E poi innovare con ad esempio le aperture serali, che permettono la fruibilità anche a chi negli orari canonici non ha disponibilità di tempo, e l’organizzazione di stagioni concertistiche e di pièce teatrali, come, anche in questo caso, stiamo facendo in Vaticano. Più in generale le parole d’ordine sono aprire il più possibile le strutture, anche grazie ai nuovi strumenti tecnologici, e puntare a diversificare l’utenza.
Quali progetti e novità ha in mente per i Musei Vaticani?
Il mio predecessore, Antonio Paolucci, ha fatto un ottimo lavoro, ma i grandi numeri che la struttura registra sono fonte di problemi che dovremo affrontare. Cercheremo in particolare di diversificare i flussi e riorganizzarli. Da questo punto di vista devo dire che siamo fortunati che Papa Francesco abbia deciso di non risiedere nel Palazzo Apostolico perché possiamo utilizzare un percorso aggiuntivo per l’accesso dei visitatori alla Cappella Sistina.
A proposito ha mai incontrato Papa Francesco dopo la sua nomina?
Guardi, mi ha telefonato proprio ieri. Una telefonata che mi ha fatto molto piacere ovviamente, anche perché ha chiamato per comunicarci che è soddisfatto di come i Musei Vaticani stanno funzionando.
Ma è vero che il Papa non li ha ancora mai visitati?
Non ufficialmente, ma non gli metto fretta: il fatto che sia felice di come vengono gestiti penso sia sufficiente. Ovviamente lo aspetto, quando vorrà.
Nei prossimi giorni sarà a Perugia a parlare di arte e strutture museali, ci sveli una curiosità: qual è l’elemento artistico o monumentale che preferisce della città?
Voglio dire innanzitutto che con Perugia ho un rapporto molto bello, ci sono stata molte volte e proprio lo scorso anno mio marito è stato tentato dall’accettare un importante incarico di lavoro in città: ha poi rinunciato per non allontanarsi troppo da me e dai nostri tre figli. Sono dunque molto felice di partecipare a questo incontro e, per quanto riguarda la sua curiosità, amo senza dubbio moltissimo la Galleria Nazionale dell’Umbria che sono felice di poter visitare di nuovo in occasione dell’evento “I musei che saranno”, ma devo dare la mia preferenza al Collegio del Cambio.
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