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Ecco i nuovi figli, intervista alla psicanalista Ripa di Meana In evidenza

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Ecco i nuovi figli, intervista alla psicanalista Ripa di Meana

Le nuove generazioni, tra smarrimento e impotenza, saranno oggetto di una iniziativa a Perugia

 

“I nuovi figli” è il titolo dell’incontro organizzato dall’associazione culturale “PerPerugia e Oltre” che si terrà a Perugia, alla sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni, il 17 giugno alle 17,30 con la partecipazione di Gabriella Ripa di Meana, psicanalista. L’iniziativa si dedicherà ad analizzare e a interrogare alcuni tratti distintivi dei figli contemporanei. Farà seguito a questo discorso un coro di domande, preparate ed elaborate da un gruppo di giovani e di meno giovani, a cui la psicanalista si ripromette di provare a rispondere, mentre ha già risposto alle domande di PM, anticipando alcuni temi e riflessioni.
Per quanto riguarda i nuovi figli si parla spesso di smarrimento e impotenza, perché? Perché, all’inevitabile smarrimento e alla fondamentale impotenza che attengono da sempre all’essere umano, si aggiunge oggi un peculiare disorientamento dovuto alla quantità di stimoli, informazioni, possibilità che l’esplosione del cyberspazio e la quantità incalcolabile delle connessioni possibili hanno indotto in ciascuno. Altrettanto vale per la paradossale impotenza vissuta in questo nostro tempo, che ha cancellato l’impossibile in nome di un possibile senza limiti. Viceversa l’animo per poter correre le avventure del proprio desiderio e delle proprie scelte ha bisogno di argini, non repressivi, ma elettivi. Distinguere, perdere, separare e approfondire sono essenziali per trovare un orientamento e non sentirsi irrisori come oggetti o funzioni qualunque.
E quali sono le responsabilità degli adulti in merito a questi tratti che contraddistinguono le nuove generazioni? Penso che, da che mondo è mondo, gli adulti – una volta finito di essere soltanto dei nuovi figli - si trovino a dover far fronte al grande affascinante cammino della trasmissione dove eredità, enigmi e cadute possono, nei migliori dei casi, diventare il terreno propiziatorio del nuovo. Aggiungo però che la caccia alle colpe degli adulti credo sia uno degli abbagli più tenaci della nostra cultura contemporanea nella quale sembra non solo possibile, ma addirittura auspicabile fare un elenco prescrittivo di quel che i genitori devono e non devono fare, del dove o come hanno sbagliato e non avrebbero dovuto errare. E così di seguito fino all’aberrazione di luoghi dove si vanno a prendere lezioni di ‘genitorialità’.
Ci può anticipare su cosa verterà in particolare il suo intervento di Perugia? Parlerò (e spero di riuscire a farlo con umiltà) di qualche complicato e imprevisto avvicendarsi psichico nel nuovo legame tra madri padri e figli in un tempo in cui alla crisi della famiglia tradizionale (con le sue repressioni e le sue non poche distorsioni) si è sostituito un lungo, oscuro, interessante, ma davvero arduo processo di reinvenzione dello stare insieme che non ha pace e che ha molti vizi esistenziali, sebbene non manchi di qualche significativa virtù.
Riguardo all'iniziativa del 17 giugno c'è qualche domanda che "teme" dalla platea? Per un verso, temo ogni domanda che mi verrà posta, perché ogni domanda (il mio lavoro me lo ha insegnato) contiene il mistero dell’altro che entra in contatto con il mio mistero e – quando la domanda è fortunata – lo storna dal punto più noto verso qualche altrove sconosciuto. Per un altro verso, le confesso che questo timore mi piace provarlo e ci conto.
Chi saranno da adulti i giovani contemporanei?
Beh … le sono grata per questa domanda perché richiede una risposta impossibile. E dell’impossibile oggi abbiamo molto bisogno.