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Le “notti al museo” di Marco Pierini In evidenza

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Le “notti al museo” di Marco Pierini

Intervista al direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria

Marco Pierini, 49 anni, senese, storico dell'arte e filosofo è, da qualche mese, il nuovo direttore della Galleria nazionale dell’Umbria. A PM confida che il da fare è davvero tanto e che anche a lui capita spesso di trasgredire agli orari di lavoro (come al suo omologo Mauro Felicori, che nelle scorse settimane proprio per questo è finito al centro di un assurdo dibattito). Pierini annuncia anche che intende andare avanti con l’obiettivo di “rinfrescare”, e non solo dal punto di vista climatico ed estetico, il museo perugino e, anche con questo obiettivo, nasce l’iniziativa del convengo di venerdì 29 aprile che si terrà alla Sala Podiani sul tema “I musei che saranno”, organizzato da "PerPerugia e oltre".

Come sono andati questi primi mesi alla guida della Galleria Nazionale dell’Umbria, si aspettava tutto quello che ha trovato oppure no?

La macchina è assai più complessa di qualsiasi altra abbia guidato in precedenza, ma dopo le prime settimane passate tra lo smarrimento, lo studio e l’ascolto, ho cominciato a fare i primi passi in autonomia, e ora – anche se non siamo proprio a regime – stiamo tutti marciando a una bella velocità. Negli ultimi tempi abbiamo “rinfrescato” le pareti delle sale espositive, appeso un grande banner fuori dal palazzo, installato un touch-screen con le informazioni nell’atrio, ristrutturata completamente la rete informatica e stiamo progettando un nuovo sistema di condizionamento delle sale e di illuminazione delle opere.

È già cambiato qualcosa nella gestione del museo e, soprattutto, cosa cambierà?

Qualcosa è già cambiato, ma il più deve ancora essere fatto. Mi piace ricordare, tra le novità, le convenzioni stipulate con il Trasimeno Music Festival e con Umbria Jazz, che consentiranno a tutti i possessori di un biglietto per i concerti dei due festival di entrare col ridotto da noi; ospiteremo inoltre nove concerti di Umbria Jazz e inaugureremo a fine giugno una mostra di Silvia Lelli e Roberto Masotti (straordinari fotografi, per anni testimoni ufficiali del Teatro alla Scala di Milano) dedicata alla musica dal vivo.

Il suo “collega” Mauro Felicori, nominato come lei lo scorso agosto e alla guida della Reggia di Caserta, è stato accusato di lavorare troppo. Anche a Perugia c’è così tanto da fare? E lei li rispetta gli orari di lavoro?

C’è davvero moltissimo da fare (alla Galleria devo aggiungere il Polo museale con i suoi otto musei), per cui si lavora senza orario e, a casa, di notte e di domenica, solo che nessuno, almeno fino a ora, si è sentito “in dovere” di rimproverarmelo!

L’incontro del 29 aprile è senza dubbio un segnale di grande dinamicità, come è nata l’idea e qual è l’obiettivo dell’iniziativa?

L’idea è davvero ottima ma non posso assumerne alcun merito: tutto nasce infatti dall’associazione “perPerugia e oltre”, io mi sono soltanto limitato ad aderire e a offrire lo spazio. L’obiettivo che ci proponiamo è quello di stimolare la riflessione sul futuro dei musei, sapendo benissimo che sono istituti in profonda e rapida trasformazione, ma avendo meno certezze su come inciderà questo mutamento sulla loro natura e sulla loro tradizione.

Ci dia qualche anticipazione: secondo lei come saranno “I musei che saranno”?

Saranno dinamici, aperti, propositivi, dispositivi capaci di risarcire lo iato tra passato e presente e di proiettarsi nel futuro. Il loro appeal però, almeno a mio avviso, non risiederà tanto nell’adeguarsi alle mode del momento quanto nel continuare a scandire il tempo al proprio interno con un ritmo diverso (a volte più lento, a volte più veloce, non di rado sincopato) da quello che regola la vita quotidiana.