Macro regioni, entro due mesi l'accorpamento In evidenza
C’è chi come Forza Italia vorrebbere scendere a 5, di regioni. Chi invece come il PD vuole “solo” scendere a 12. Ma sarà davvero possibile una cosa del genere o si fa tanto per parlare? Il governo intanto ha affidato ad una Commissione la definizione dei criteri della riforma, mentre i governatori sono tutti d’accordo. Ma la materia è molto complicata e non sembra essere così semplice uscirne a breve. La nostra regione, l’Umbria, che fine farà? Semplice. Diventerà la Regione Appenninica e si unirà alla Toscana e alla provincia di Viterbo. Il tutto senza colpo ferire e come percorso condiviso, puntando a risparmiare più di 400 milioni di euro. Ce lo auguriamo (forse). Per ora però: Utopia! Si perchè l’idea potrebbe veramente essere interessante, ma non qui, non in Italia. La discussione era iniziata con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che proponeva la fusione tra Umbria e Marche. Di recente è stato depositato il progetto dei parlamentari PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci. A Nord rimarrebbe inalterata solo la Lombardia. Al suo fianco, oltre all’Alpina (Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria), nascerebbe il Triveneto, unione di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Al centro Italia, l’Emilia-Romagna guadagnerebbe dalle Marche la provincia di Pesaro e accanto all’Adriatica (Abruzzo con le province di Macerata, Ancona, Fermo, Ascoli, Rieti e Isernia) nascerebbe appunto l’Appenninica, con l’unione di Toscana, Umbria e provincia di Viterbo. Il Lazio scomparirebbe, diventando un unico grande Distretto di Roma Capitale, lasciando le province meridionali alla neonata regione Tirrenica, insieme alla Campania. Sempre al Sud, la Puglia guadagnerebbe dalla Basilicata – soppressa – la provincia di Matera, trasformandosi in Levante. Mentre la Calabria, con l’ingresso della provincia di Potenza, si trasformerebbe nel Ponente. Immutate, infine, Sicilia e Sardegna. Non fa un piega. Tutto semplice. Tutti bravi. Tutti pronti a risparmiare. Purtroppo è da parecchio che sentiamo discorsi di questo genere (si veda il federalismo). Forse il vero problema sta in noi italiani, nella nostra cultura e nel nostro modo (finto ottimista) di percepire le informazioni che ci arrivano. Lasciamo che ci entrino dentro e si trasformino automaticamente in speranza, in vera possibilità, ma in realtà risultano essere solo un eco perpetuo che ci logora e di sicuro non porterà a niente. Questo perchè non abbiamo nient’altro a cui aggrapparci. Tante cose la politica potrebbe fare per risparmiare prima di cambiare il numero delle regioni e senza complicarci ulteriormente la vita. In ogni caso non resta che aspettare e vedere chi fra poco governerà il gran ducato Appeninico. A proposito: ma le elezioni regionali del 2015 saranno valide?