Beni Patrimonio dell’Umanità, questi sconosciuti In evidenza
Oltre ad apprezzare tanta bellezza, capace di aprirmi il cuore e rendermi piacevole il viaggio, ho riflettuto sul fatto che, troppo spesso, trovandoci in un luogo –anche quando viaggiamo per turismo- non sappiamo neanche che quello sia considerato patrimonio dell’Umanità.
Ma che cosa vuol dire che un bene è patrimonio dell’Umanità? Lo dice l’espressione stessa: è un bene che appartiene a tutti, indipendentemente dalla sua collocazione in una determinata area geografica. Un bene che è universale proprio per la sua universalmente riconosciuta eccezionalità e che la nostra società ha (avrebbe) il compito di trasmettere integro alle generazioni future.
L’Italia è il paese con il maggior numero di siti Unesco riconosciuti, in tutto 50 su 1007 totali, di cui 46 beni culturali e 4 beni naturali. Ma quanti di questi viviamo ogni giorno, visitiamo o abbiamo visitato nella consapevolezza che siano ricchezza per l’intera umanità?
Tra le mie considerazioni di guidatrice -nel senso che le ho fatte in macchina mentre guidavo- anche quella che, personalmente, posso ritenermi fortunata visto che sono cresciuta in luoghi inseriti tra i patrimoni dell’Umanità, come Siena, la Val d’Orcia appunto, San Gimignano e Firenze. Visto che abito a Perugia e vedo Assisi ogni mattina dalla finestra di casa mia. E visto che ho avuto l’opportunità di visitare parecchi luoghi, anche in altre parti del mondo, considerati dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.
Vivo in una regione (l’Umbria) che, forse si, rispetto ad altre non ha tantissimi siti Unesco, ma non ce la passiamo male. Oltre ad Assisi sono già inseriti nella World Heritage List la chiesa di San Salvatore a Spoleto e il Tempietto del Clitunno a Campello, che rientrano nel sito I Longobardi in Italia: i luoghi di potere (non dimentichiamo che Spoleto è stato uno dei due ducati longobardi nell’Italia Centro meridionale, insieme a quello di Benevento). Sono iscritte nella Tentative List dal 2006 sia la città di Orvieto che le Cascate delle Marmore e i siti monastici della Valnerina, mentre dall’anno scorso, anche Perugia è capofila della candidatura della Dodecapoli Etrusca a Patrimonio dell’Umanità, motivo per cui è stato restaurato il bellissimo quanto imponente Arco etrusco e si sta cercando di ripulire le Mura etrusche della città, preda da ormai troppo tempo di scritte, erbacce e incuria.
I siti Unesco sono luoghi speciali, non c’è dubbio. Per questo, oltre che fortunata, mi sento anche responsabile. Abbiamo l’obbligo di salvaguardare questi nostri beni e, tutti, dovremmo volerli tutelare. Bastano elementari gesti di rispetto. Perché essi parlano di noi, sono la nostra storia, sono la gente che li vive ogni giorno. Sono noi che li visitiamo e ce li portiamo dentro per sempre. Sono la nostra ricchezza.
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